In fondo come sappiamo i fumetti non sono altro che cinema disegnato con tanto di inquadrature, montaggio e stacchi shocker
Le analogie tra i due linguaggi sono aumentate negli ultimi decenni con una serie di corrispondenze visive che ne esaltano l’equivalenza espressiva.

L’attuale produzione dei cinecomic si è di fatto appiattita sul modello Marvel, ma non mancano esempi di una via alternativa nello stile e nella sostanza di cui sono riusciti esempi i quattro film dedicata a John Wick , la serie televisiva The Sandman tratta nel 2022 dal fumetto di Neil Gaiman sull’epica storia del Re dei Sogni e su un altro versante anche la serie televisiva  Fate-Winks, saga uscita su Netflix e tratta da un fumetto dell’italiano Iginio Straffi  fondatore della società Rainbow, una saga rivolta alle adolescenti che aspirano a diventare maghe (e sul tema ricordate Jean Pierre Leaud che in Effetto notte di Truffaut andava in giro sul set del film chiedendo a tutti “Le donne sono maghe?”).

In attesa di nuove uscite sul genere  vogliamo ricordare almeno due titoli da recuperare, entrambi notevoli seppur per motivi diversi. Il primo è  Dellamorte Dellamore girato nel 1994  da Michele Soavi e tratto dal fumetto Dylan Dog di Tiziano Sclavi, diventato negli anni un vero cult, storia del custode di un cimitero di paese che evita la compagnia dei vivi uccidendo i morti ritornanti finchè finisce zombizzato anche lui in una vicenda permeata di umorismo macabro e ricca di invenzioni visive.

Il  secondo titolo è  Modesty Blaise – La bellissima che uccide girato nel 1966 dal regista americano Joseph Losey  in un momento disimpegnato della sua attività e tratto dal fumetto  omonimo di Peter O’Donnel, un film interessante per la rappresentazione dello stile di vita e della moda della Londra anni Sessanta e che ha il suo punto di forza nella esaltazione della bellezza dell’attrice italiana Monica Vitti  (tanto che si racconta che il geloso Antonioni, all’epoca suo convivente, andasse ogni giorno sul set per controllare la situazione).

Un terzo titolo da recuperare  perchè  poco visto all ‘epoca della sua uscita  è Immortal ad vitam  che il regista Enki Bilal ha realizzato nel 2004 da due suoi libri di fumetti con risultati notevoli per resa pittorica cyberpunk alla Moebius con echi della antica pittura egizia e per l’atmosfera romantica che pervade la storia nonostante la fusione di live e disegno animato ottenuta dalla computer grafica al servizio del genere fantascientifico in maniera questa volta non asettica.

Tra i film più recenti ci limitiamo a ricordare almeno La profezia dell’armadillo  girato nel 2018 da Emanuele Scaringi e tratto dalle tavole di Zerocalcare (storia di una crescita umana lacerata sullo sfondo della desolata Tiburtina Valley della periferia est di Roma raccontata con un verismo non privo di poetiche aperture surreali) e Il paziente girato nel 2022 dal francese Christophe Charrier e tratto dalla graphic novel omonima inedita in Italia di Timothè LeBoucher (storia di un giovane che al risveglio in ospedale da un lungo coma deve rivivere tra realtà e allucinazione i peggiori ricordi del  suo traumatico passato familiare).