Chi segna vince, di Taika Waititi, è la disperata quanto divertente storia della strampalata squadra di calcio delle Samoa Americane; distribuito da The Walt Disney Company Italia, il film è in sala dall’11 gennaio 2024.
Quella di Chi segna vince è una di quelle storie vere talmente assurde che vale la pena raccontare a chiunque, anche più di una volta, perché perdere 31 a 0 sotto gli occhi del mondo intero e continuare ad amare il gioco del calcio non è da tutti.
Ed ecco quindi che, dopo l’omonimo documentario Next goal wins del 2014, la bizzarra squadra di calcio delle Samoa Americane torna a divertire il pubblico con l’ultimo lungometraggio del regista Taika Waititi (già noto ai più per Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok e Thor: Love and Thunder).
La sua è una commedia che sgambetta, come i suoi giocatori, tra gag demenziali e picchi drammatici, scontri culturali e modi di vivere lontanissimi.
La storia di Chi segna vince è molto semplice: una squadra di isolani appassionatissimi e sconclusionati, un allenatore irascibile, l’olandese Thomas Rongen, qui interpretato da un Michael Fassbender platinato, spedito dalla federazione su quell’isola per togliersi dai piedi il suo atteggiamento e i suoi fallimenti. Dopo un inizio piuttosto turbolento, con il classico bianco europeo che cerca di esportare il suo “giusto” modo di fare ovunque vada, tra urla, incomprensioni e scenate plateali, la vita dell’isola prende il sopravvento e si mostra in tutto il suo essere.
Taika Waititi gioca molto con l’inflazionato incontro di tradizioni, con l’immaginario ridicolo, ma classicissimo, del viaggio dall’altra parte del mondo per ritrovare sé stessi, alla Mangia Prega Ama per intenderci, dove ogni parola è presa come un mantra, una riflessione profonda, una metafora che concilia un pesce marinato e un uomo non ancora pronto ad affrontare i suoi drammi.
Tra divertenti citazioni, dall’allenamento alla Karate Kid al discorso motivazionale di Al Pacino in Ogni maledetta domenica, la squadra passa da un manipolo di perdenti conclamati ad una formazione in grado di poter competere, anche fosse per una singola volta.
Insomma, Chi segna vince è una commedia che, in poco più di un’ora e mezza, prende in giro sé stessa e i suoi personaggi, senza prendersi mai troppo sul serio, se non per alcuni momenti lucidissimi in cui il dramma la fa da padrone.
La pellicola però non perde mai la sua verve comica, non risulta mai appesantita dalla sotto trama dell’uomo che cerca di riconciliarsi col suo triste passato, sarà per il paesaggio luminoso dell’isola, il modo di vivere rilassato ed estremamente religioso che mette al primo posto la felicità.
Il calcio è un gioco, non bisogna vincere per forza, basta anche un solo goal per poter dire di avercela fatta, questa la filosofia di fondo, che in realtà dovrebbe essere esportata un po’ ovunque, esterna ai gonfissimi contratti, le tifoserie accanite, insomma nulla di quello che conosciamo da quest’altra parte del mondo.
Il regista, infatti, non vuole solo far ridere il suo pubblico con l’ennesimo feel good movie, (che sia chiaro, se fatto bene può superare di gran lunga pellicole drammatiche un po’ troppo pretenziose) anzi, con estrema naturalezza ci mostra i limiti della nostra società; attenzione però, Waititi non ha mai un tono paternalistico, il film non è un manifesto del come si dovrebbe essere, anzi, è la pura libertà del potersi esprimere. Sì, perché la storia della squadra di calcio delle Samoa americane non è solo quella di un gruppo di giocatori, ma è la grande storia d’inclusione di genere e di libertà d’essere portata avanti da Jaiyah Saelua, prima atleta trans nella storia del calcio, qui magnificamente interpretata da Kaimana che da un’isola che accetta da secoli qualsiasi tipo di sessualità viene a contatto con un mondo che vorrebbe incasellarla. Chi segna vince è tutto questo, risate, comicità, riflessioni e drammi, ma niente di serio eh!