Come è noto nel cinema la scelta di una location indovinata può garantire il successo di un film.
Esistono tuttavia casi in cui il film è in funzione della location e non viceversa, casi in cui l’ambientazione funge da mero pretesto narrativo. Tra questi ricordiamo lo scenario naturale  davvero suggestivo del castello medioevale di Rocca Calascio in Abruzzo visto nel film Ladyhawke girato nel 1985 da Richard Donner, mentre di recente va segnalato lo sconfinato scenario artico della Groenlandia che fa da sfondo all’impresa dei due esploratori protagonisti di Against the ice girato nel 2022 con taglio documentaristico da  Peter Flinth con risultati immersivi dal grande impatto visivo.

Ancor più pretestuosa è la scelta fatta  nel 2017 dal regista spagnolo  Samu Fuentes delle montagne delle Asturie come teatro naturale della vicenda di Sotto la pelle del lupo dove i primi venti minuti del film sono senza parole mentre mostrano una battuta di caccia al lupo compiuta dal selvatico protagonista tra posti di grande bellezza.

Un altro caso di ambientazione diversa, ma dalla funzione analoga lo troviamo in Intrusion,   firmato da Adam Salky nel 2021, dove la bella e moderna casa dei protagonisti costruita in una località isolata presso la cittadina californiana di Corrales si rivela alla fine una trappola mortale  progettata dal marito della donna per nascondere un orribile segreto.
Lo stesso discorso vale in parte anche per la serie televisiva survival game del 2020 Intitolata Win the Wilderness (che, con la scusa di una gara a eliminazione per aggiudicarsi un sito sul monte Ose in piena Alaska selvaggia, ci trasporta nei meravigliosi scenari di quella regione incontaminata).

Più per la bellezza degli scenari naturali che per lo spessore psicologico dei personaggi  merita la visione anche la serie Usa di genere western Yellowstone mentre per la sola location si distingue Benvenuti a Eden girata nel paesaggio affascinante, ma anche perturbante dell’isola più orientale delle Canarie Lanzarote.

Le ultime scoperte le dobbiamo alla serie sentimentale Virgin River che dal 2019 al 2023 ci ha fatto immergere nella cornice di un piccolo paese immerso nella natura del nord californiano (dove la protagonista si rifugia per trovare se stessa e anche l’amore) e al film Le otto montagne (una storia sull’amicizia e sul fascino attrattivo delle zone di montagna tratta dal romanzo di Paolo Cognetti).

A questi esempi vanno inoltre aggiunti i casi di quelle serie o film che ricostruiscono pagine celebri dall’alpinismo dove gran parte del fascino deriva da paesaggi naturali non proprio dietro l’angolo di casa nostra, cosa che accade nella recente serie Everest dove si susseguono grandiosi panorami di vette innevate e come accade anche nel  film girato nel 2022 da Leszek Dawid Broad Peak – Fino alla cima che ricostruisce la scalata degli “ottomila” dell’Himalaja eseguita una volta e poi ritentata anni dopo con esito tragico nel 2013 dall’alpinista polacco  Maciej Berbeka.

Di fatto la scelta di simili location fa ascrivere questi film e anche queste serie  al genere del documentario in tutto o in parte (per non parlare dei documentari sui grandi parchi nazionali in tutto il mondo che le piattaforme hanno da poco incominciato a programmare con successo) e questa non è cosa negativa visto che ci fa conoscere ambienti naturali in posti sconosciuti che mai avremmo potuto vedere (con il collegato indotto turistico delle gite nei luoghi dove sono stato girati film e serie di grande richiamo, insomma i nuovi cammini del cinema come i vecchi cammini dei santi). 

Il fenomeno in progressiva estensione conferma che con il cinema possiamo conoscere tutto nello spazio geografico ma anche nel tempo e dimostra che oggi possiamo fare il giro del mondo in ottanta o quasi location senza muoverci da casa a conferma del fatto che il cinema è l’arte che trasforma il mondo in discorso servendosi del mondo stesso e non di un sistema convenzionale di segni grafici o pittorici, vale a dire che il cinema è  davvero “la lingua scritta della realtà“ come lo definiva Pasolini (comunque sia, se lo streaming dovesse non funzionare più potremmo sempre da casa fare il nostro giro del mondo attraverso ottanta oggetti o foto che abbiamo intorno, cosa che nel Settecento fece lo scrittore Xavier DeMaistre nel suo prezioso libro Viaggio intorno alla mia camera  che resta un esempio memorabile di puro cinema mentale sospeso tra fantasia e ricordo).