Da più di un anno, il predominio della famiglia Castellitto persiste imperturbabile nel cinema italiano. Basti pensare all’exploit del piccolo Pietro, protagonista nella serie Sky Speravo de morì prima, che è riuscito ad affermarsi a Venezia 77 con il suo esordio alla regia I predatori. Mentre lui sarà presente in Freaks Out, ultima fatica di Gabriele Mainetti, anche il padre avrà da dire la sua. Sergio Castellitto porterà infatti nelle sale italiane Il materiale emotivo, un film nato da un’idea incompiuta di Ettore Scola.

A finalizzarne la scrittura ci ha pensato la penna di Margaret Mazzantini. Ritroviamo Sergio Castellitto nei panni del protagonista, accompagnato da Matilda De Angelis e Bérénice Bejo. Nel cast anche Clementino, Sandra Milo e Alex Lutz. Il film è una produzione Italia – Francia, prodotto da Rodeo Drive con Rai Cinema, Mon Voisin Productions e Tikkun Productions e uscirà nelle sale il 7 ottobre distribuito da 01 Distribution.

Trattasi della storia di Pierre, un libraio antiquario parigino che dedica tutta la sua vita all’amore per i volumi rari. Divide il tempo tra il lavoro in bottega e l’assistenza a sua figlia, rimasta paraplegica in seguito ad un tragico incidente. Piombata in un mutismo selettivo, da quel giorno la giovane vive reclusa in casa, in una bolla effimera di paranoia e desolazione.
La realtà abitudinaria del libraio viene scossa d’un tratto dalla conoscenza di una donna esuberante e solare, indaffarata a preparare il suo nuovo spettacolo teatrale.

Ha dei buoni presupposti lo script de Il materiale emotivo, le premesse dettate dalla bozza di Scola sono senza dubbio intriganti. Veniamo calati in un’atmosfera irreale ed ammaliante, che ben si addice all’immaginario romantico tipico della capitale francese. Il susseguirsi di personaggi caricaturali è accattivante, quasi come si trattasse di una sorta di Bar Sport di Benni in chiave intellettuale.

Il fascino, tuttavia, svanisce di fronte ad un proseguo della sceneggiatura non all’altezza. I personaggi fanno scelte poco giustificate, avventate, con reazioni umane illogiche. Delle volte ciò è sensato, trattandosi per certi versi di personaggi psicotici o turbati, ma la sensazione è che ci siano incongruenze narrative nella struttura del racconto. Al contrario, è molto interessante la regia di Castellitto, presa qui a rendere omaggio alla bellezza senza tempo di Parigi. La stessa Torre Eiffel, che appare spesso, viene incorniciata con inquadrature ben orchestrate.
Le prove attoriali sono sufficienti, con un protagonista posato e sensibile ben interpretato da Sergio Castellitto. Curioso il ruolo di Matilda De Angelis, in silenzio dall’inizio alla fine, capace però di parlare con il suo volto.  

Considerato l’eccezionale autore alla base della sceneggiatura qual è stato Scola, forse la speranza di un prodotto ancor più di qualità sotto sotto c’era. Ci sono sprazzi di scrittura eccellente, ma non bastano.

Il risultato è un film che piacerà ai nostalgici stile Midnight in Paris, che si accontenteranno della forma a discapito di un’inconsistenza generale.
Il materiale emotivo ci propina una parabola sull’amore, sul riconquistarsi la libertà, sull’apprezzare la vita per com’è, ma il tutto avviene in modo poco credibile. L’epilogo è canonico, dettato da un’etica scontata che tutti conosciamo, e che avremmo apprezzato ci venisse riproposta in via più originale.

Nonostante i problemi di scrittura, sentiamo lo stesso di consigliarne la visione per apprezzarne quantomeno le scelte stilistiche, le ambientazioni fascinose e l’inusuale scelta del francese sottotitolato in italiano. Un qualcosa che, al di là di tutto, non si vede spesso nei cinema nostrani.