A ben dodici anni dalla realizzazione del suo ultimo film (On the Road, tratto dal romanzo Sulla Strada di Jack Kerouac), ecco che il celebre regista brasiliano Walter Salles ha deciso di tornare dal suo pubblico, sognando addirittura l’ambito Leone d’Oro. E così, a questa 81° edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, ecco giungere in concorso I’m still here: un film importante, imponente e doloroso che attacca direttamente la recente dittatura militare brasiliana attraverso la storia di una donna di straordinaria forza e resilienza.

La protagonista di I’m still here, infatti, è Eunice Paiva (impersonata per l’occasione da un’ottima Fernanda Torres), moglie dell’ex Membro della Camera dei deputati del Brasile Rubens Paiva (Selton Mello), la quale, sposata da quasi vent’anni, ancora molto innamorata di suo marito e madre di cinque figli, vive insieme alla sua bella famiglia in una grande casa sul mare. Il loro universo idilliaco, però sembra costantemente minacciato dalla dittatura, dai militari che imperversano sulle strade, da un profondo senso di tensione che ci accompagna già dai primi fotogrammi. Un giorno, alcuni funzionari di polizia si recano a casa sua: suo marito deve seguirli per un breve interrogatorio. Non ci vorrà molto, probabilmente sarà già a casa per quando sarà pronto il soufflé. L’uomo, tuttavia, non tornerà mai.

La storia di Eunice e di Rubens, dunque, è anche la storia di numerosi altri desaparecidos che, durante la dittatura, sono praticamente spariti nel nulla (o, sarebbe meglio dire, fatti sparire nel nulla) lasciando le proprie famiglie nello sconforto. Eunice, dal canto suo, si ritrova sola con cinque figli ancora giovanissimi. Il mondo le crolla addosso, deve a tutti i costi trovare una soluzione per portare avanti la famiglia. Trasferirsi in città, vendere la sua amata casa e ricominciare a studiare è sicuramente una sfida impegnativa, ma sembrerebbe proprio essere l’unica soluzione.

I’m still here, dunque, non solo vuole raccontare per immagini un importante capitolo della recente storia brasiliana, ma (evitando sapientemente tutta la retorica in cui situazioni del genere spesso sfociano) vuole soprattutto mettere in risalto una delle tante eroine dei giorni nostri, pronte a lottare per il proprio bene e per quello dei propri cari, ma che spesso restano quasi nell’anonimato.

Eunice Paiva è, in questo senso, la “portabandiera” di questo esercito di donne.
La performance di Fernanda Torres, dal canto suo, le rende pienamente giustizia, contribuendo a caratterizzare (senza mai andare sopra le righe) un personaggio a tutto tondo, emotivo e controllato allo stesso tempo.

I frequenti primi piani sul suo volto sono indubbiamente un ulteriore valore aggiunto di questo interessante I’m still here, già di per sé forte di una struttura narrativa ben bilanciata (sebbene l’incursione ai giorni nostri riguardante gli ultimi minuti del film potrebbe essere un po’ troppo ridondante) e di una regia che con un frequente uso di camera a spalla (soprattutto per quanto riguarda le scene iniziali) ci fa sentire immediatamente parte del contesto.

Walter Salles, dunque, ha voluto regalarci una storia molto personale, la storia del suo paese, dove di crimini ne sono stati compiuti tanti e le cui cicatrici ancora non si sono del tutto rimarginate. Si potrà mai ritrovare la felicità perduta? Immagini di giorni felici in spiaggia insieme alla famiglia o, comunque, a chiacchierare in casa in un caldo pomeriggio estivo a volte sembrano solo un vago ricordo. Proprio come un’istantanea atta a catturare sorrisi che di lì a breve sarebbero svaniti per sempre.