Sono sempre stato affascinato dalla rovina
David Lynch
Il visionario e geniale David Lynch è noto per essere il regista dell’inconscio che, pur avendo diretto solo dieci film, ha lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema.
Le sue pellicole sono caratterizzate dall’uso maniacale del suono e della musica e per l’uso distintivo della fotografia cinematografica.
Se il suo braccio destro del sonoro è Angelo Badalamenti, nel caratterizzare la sua estetica visiva unica è stato affiancato spesso dal direttore della fotografia Peter Deming, con il quale ha sviluppato uno stile visivo riconoscibile.
Le immagini per Lynch sono un elemento chiave nel creare l’atmosfera surreale e inquietante dei suoi lavori.

La fotografia cinematografica del regista è caratterizzata dall’uso accurato del colore e della luce per creare un’atmosfera particolare.
Spesso i suoi film hanno una palette di colori freddi, con un’illuminazione incisiva che contrasta con l’oscurità e penetra nei dettagli più minuti. Questo crea una sensazione di tensione e mistero.
Lynch sperimenta anche con l’utilizzo della profondità di campo, alternando immagini nitide e sfocate per creare una sensazione di disorientamento e ambiguità. Questo effetto visivo è particolarmente evidente in film come Mulholland Drive e Lost Highway.

La tavolozza dei colori utilizzata nelle sue opere è quasi sempre la stessa.
Come comune denominatore c’è la combinazione di rosso e blu. Questo mix nei film di Lynch ha una particolare importanza.
Il rosso spesso simboleggia il pericolo e l’inganno. Il blu il mistero, è simbolo d’incertezza. Questo contrasto cromatico crea uno stile riconoscibile del regista. In alcuni momenti, questi colori sembrano volutamente esagerati, ostentati…quasi finti.
Il rosso e il blu contribuiscono a creare un’atmosfera tetra, come le storie che il regista ci racconta.
A volte Lynch utilizza toni caldi, ma solo per enfatizzare oggetti blu scuro o azzurri.
In Twin Peaks i due colori sono utilizzati per evidenziare la transizione tra i mondi.
Il contrasto del rosso e del blu nasconde dietro di sé una certa follia o depravazione degli eroi ed è spesso la chiave per lo spettatore. Talvolta, però, li usa come complementari. Ad esempio: una rosa azzurra su uno sfondo di stoffa scarlatta.

Impossibile non citare il bianco e nero, il contrasto per eccellenza.
Lynch lo sceglie per enfatizzare la cupezza della trama in Erasehead o in The Elephant Man, ma spesso sono ricorrenti negli elementi scenografici, come i pavimenti.
Questa scelta contribuisce a definire il suo stile e a permettere di riconoscere un suo film semplicemente dando uno sguardo al singolo fotogramma.

Oltre all’estetica visiva, Lynch utilizza anche il montaggio e la composizione delle scene per creare una narrazione visiva complessa e surreale. Le sue scene spesso si susseguono rapidamente, con tagli bruschi e improvvisi cambiamenti di prospettiva, per creare una sensazione di turbamento nel pubblico. Si diverte a sperimentale anche con il digitale, come ad esempio in Inland Empire.
Il suo amore per le immagini, non si limita al cinema. David Lynch è conosciuto principalmente come regista, ma è anche un appassionato fotografo.
I suoi scatti presentano spesso scene surreali e disturbanti, che richiamano il suo stile unico e distintivo.
Lynch ha esposto le sue opere in diverse mostre in tutto il mondo e ha pubblicato diversi libri di fotografia. Alcuni dei suoi progetti fotografici più noti includono Nudes, in cui ritrae nudi femminili in pose enigmatiche e suggestive, e Industrial Landscapes, in cui esplora lo stile industriale con fabbriche e paesaggi urbani.

Amo l’industria, i tubi, i fluidi e il fumo. Amo le cose fatte dall’uomo, così come amo la melma e lo spreco che l’uomo produce
David Lynch
Le sue foto industriali donano un senso di desolazione estremo dal magnetico fascino dell’abbandono.

Ombre nette, bianco e nero ad alto contrasto e tagli particolari caratterizzano i suoi scatti d’autore. Una cosa è certa: l’inquietudine indecifrabile dell’artista emerge in qualunque sua opera. E’ l’irrazionale che ci attrae nei suoi lavori.
Pure quando non c’è una spiegazione logica, il nostro inconscio percepisce il messaggio che prepotentemente vuole lasciarci David Lynch: c’è grande fascino nella decadenza e nell’oscuro. Non c’è ombra senza luce.