Takeshi Kitano, noto anche come Beat Takeshi, è uno dei registi più rinomati del Giappone e ha una carriera cinematografica molto acclamata.
Nato il 18 gennaio 1947, ha iniziato la sua carriera come comico televisivo negli anni ’70. Successivamente, ha fatto il suo debutto dietro la macchina da presa nel 1989 con il film Violent Cop, che ha ottenuto grande successo e ha stabilito la sua reputazione come regista audace e innovativo.

Kitano è noto per il suo stile distintivo che spesso combina elementi di violenza, umorismo nero e introspezione.
Oltre a essere un acclamato regista, è anche un attore talentuoso che ha recitato in molti dei suoi film. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua versatilità e la sua interpretazione magnetica sul grande schermo.

Per molti, il suo nome è indissolubilmente associato al programma televisivo Takeshi’s Castle (in Italia Mai dire banzai!) di cui è ideatore e conduttore.

Il suo contributo all’industria cinematografica e alla cultura giapponese è notevole e il suo impatto artistico è, ancora oggi, ammirato in tutto il mondo.
I suoi film affrontano temi complessi come la violenza, la criminalità, la solitudine e la disconnessione sociale con uno stile dissacrante e poetico allo stesso tempo.  

Per conoscere il regista e attore Takeshi Kitano, ecco tre film che dovresti assolutamente vedere

Hana-bi (1997)

Scritto, diretto, montato e interpretato da Takeshi Kitano, è uno dei più grandi successi internazionali sia di pubblico che di critica dell’artista nipponico. Hana-bi è stato premiato nel 1997 a Venezia con il Leone d’oro e mescola abilmente azione, dramma e momenti di tranquillità emotiva, offrendo una prospettiva unica sulla vita e sulla redenzione.

La trama del film segue la storia di Nishi (Takeshi Kitano), un ex poliziotto la cui vita è stata sconvolta da una serie di eventi tragici. Dopo aver perso la figlia in un incidente automobilistico e essere stato gravemente ferito durante un’operazione di polizia, Nishi decide di spingersi oltre i confini della legalità per proteggere i propri affetti. Allo stesso tempo, si fa strada anche una storia parallela che coinvolge un ex collega, Horibe ( Ren Ohsugi).

Ciò che rende Hana-bi unico è l’approccio di Kitano alla narrazione.
Il film si distingue per il suo ritmo lento e contemplativo, che si adatta perfettamente al tema della redenzione e della riflessione interiore. Costruisce una serie di atmosfere forti e suggestive, utilizzando una regia minimalista e uno stile visivo unico.

Le immagini poetiche e le lunghe inquadrature delle scene paesaggistiche lasciano spazio all’interpretazione personale dello spettatore e aggiungono un elemento di bellezza malinconica al film.

Le performances degli attori, in particolare quella di Kitano, sono memorabili.
Hana-bi evidenzia non solo le sue doti registiche, ma anche il suo talento davanti la macchina da presa. Un interprete capace di comunicare con potenza anche attraverso l’uso del silenzio.

La chimica tra i personaggi principali è palpabile, e l’amicizia tra Nishi e Horibe è una delle caratteristiche più toccanti del film. La colonna sonora, composta da Joe Hisaishi, contribuisce a creare un’atmosfera emotiva e coinvolgente, sottolineando i momenti chiave della trama e delle emozioni dei personaggi.
La pellicola offre una visione profonda dell’animo umano e sul potere della redenzione in un mix perfettamente bilanciato tra drama e action.

Sonatine (1993)

“…è incredibile che tu non abbia paura quando spari ad una persona. Questo significa… che non hai paura neppure quando spari a te stesso? Sei un duro. Mi piacciono gli uomini duri!”
“Se fossi un vero duro, porterei una pistola con me?”
“Ma tu spari con facilità…!”
“Perché mi spavento con facilità”
“Ma, tu non hai paura di morire…”
“Quando hai avuto paura della morte per troppo tempo, cominci a desiderarla”
“Io non ce l’ho…”

Aniki e Miyuki in Sonatine

Un film gangsterico insolito e sorprendente che colpisce per il suo equilibrio tra momenti commoventi e violenza senza speranza.
La storia ruota attorno a Murakawa (Takeshi Kitano), un membro di una famiglia criminale di Tokyo, che viene inviato in una piccola città per risolvere una disputa tra bande rivali. Tuttavia, scopre ben presto che la situazione è molto più complessa di quanto si aspettasse.

Questo film è un esempio straordinario del talento di Kitano come regista.
La sua abilità nel creare atmosfere tese e cariche di emozioni è evidente fin dai primi minuti della pellicola. La narrazione è lenta e meticolosa. L’artista giapponese utilizza una serie di pause silenziose per costruire la tensione ed è proprio con questo stile distintivo che  crea un senso di anticipazione costante.

La cinematografia è altrettanto notevole, caratterizzata da riprese statiche con inquadrature che durano a lungo. Questa scelta  conferisce al film una sensazione di contemplazione. I paesaggi costieri e il mare inquieto diventano parte integrante della storia, simboli di un destino inevitabile che incombe sui personaggi.

Il cast offre performances eccezionali su cui brilla proprio quella di Takeshi Kitano che interpreta un uomo duro e vulnerabile. La sua presenza sullo schermo è magnetica. Gli attori di supporto aggiungono ulteriore profondità al film, interpretando personaggi complessi e sfaccettati.

Uno dei punti forti di Sonatine è la sua capacità di equilibrare momenti di violenza estrema con momenti di dolcezza e umorismo. Kitano riesce a crea una storia cruda e realistica, ma contemporaneamente è trova momenti di umanità e leggerezza che contribuiscono a rendere il film sorprendentemente profondo.

Un vero e proprio viaggio emotivo intenso che tocca temi universali come l’amicizia, il destino e la violenza. Più che una pellicola, Sonatine è un’esperienza indimenticabile!

Dolls (2002)

Un film straordinario che offre uno sguardo poetico e profondo sulle relazioni umane e sulla ricerca dell’amore e della felicità. Il lungometraggio è diviso in tre racconti interconnessi che ruotano attorno al tema delle bambole, esplorando la natura dell’amore, della redenzione e del sacrificio. In Dolls, Takeshi Kitano affronta temi universali con una grazia e una profondità che rimangono impresse nella memoria dello spettatore.
E’ il film più poetico e introspettivo del regista nipponico.

Ogni racconto affronta temi universali come il rimpianto, la perdita, il pentimento e la speranza. La narrazione delinea incontri casuali e le conseguenze che ne derivano, mostrando il potere trasformativo dell’amore. 

La regia di Kitano è impeccabile, così come la fotografia ricca d’immagini suggestive e memorabili. L’utilizzo del colore e delle tinte pastello contribuiscono a creare un’atmosfera onirica e romantica che enfatizzano una sceneggiatura  ben scritta, in totale  equilibrio tra momenti di tristezza e di speranza, senza mai scadere nella melensa.

Gli attori Hidetoshi Nishijima, Miho Kanno e Tatsuya Mihashi animano personaggi complessi e profondamente umani, con una sincerità e una sensibilità unica. La colonna sonora, composta da Joe Hisaishi, contribuisce molto  all’atmosfera poetica del film. Le melodie evocative accompagnano le immagini in modo commovente, sottolineando i momenti di introspezione e di tensione emotiva.

Nel suo lento racconto, Dolls, richiede una certa dose di pazienza per un pubblico abituato a ritmi frenetici e spediti. Ma se ci si apre alla visione di questo capolavoro di Kitano, la sua lentezza e la sua meditazione sui temi dell’amore e del destino, resteranno per sempre impressi nella memoria di chi guarda questa vera e propria opera d’arte.