Vivere dentro una realtà in cui non ci si riconosce è il tema, drammatico e poetico, che appartiene a Ma Nuit e accompagna l’intera avventura di Marion e Alex per le vie di una Parigi notturna.
Ma Nuit è una storia di solitudine e disillusione diretta da Antoniette Boulat e scritta dalla stessa regista insieme a Anne-Louise Trividic e François Choquet.
Presentato nella sezione orizzonti del 78esimo Festival del Cinema di Venezia e al Toronto FIlm Festival nel 2021, Ma Nuit sarà in sala dal 12 gennaio distribuito da No.Mad Entertainment.

Chi ha perso qualcuno da poco ha un’aria particolare, riconoscibile forse solo da coloro che l’hanno già letta sul proprio volto
è la frase d’apertura tratta da L’anno del pensiero magico di Joan Didiot e che Boulat sceglie per anticipare e motivare il viaggio interiore che attende la protagonista.
Marion (Lou Ampros) è una diciottenne che non riesce a scrollarsi via la profonda angoscia in cui è piombata a seguito della morte della sorella, avvenuta cinque anni prima, seguita dall’abbandono del padre e dalla madre fuori di testa. Divorata da un profondo conflitto tra il dolore e bisogno di sentirsi libera e senza paura, Marion sente di dover compiere il suo personale viaggio in una estiva notte parigina. Durante il suo percorso fatto di amicizie superficiali, assenza di autentici rapporti sociali e feste passeggere, Marion incontra Alex (Tom Mercier) un ventitrenne alle prese con la sua insoddisfazione e visione precaria del mondo. Entrambi si incontrano e percorrono a piedi le strade di Parigi, condividendo il loro disincanto nei confronti della vita e il bisogno di sentirsi davvero liberi.

La notte è lunga in Ma Nuit e Boulat ce la mostra attraverso molteplici primi piani inseriti in uno sfondo metropolitano desolato.
Il viaggio dei due protagonisti inizia con la disavventura di Marion e il furto dello scooter di Alex. Due momenti che sembra vogliano indicare un punto di svolta per entrambi: da qui in poi Marion e Alex inizieranno a prendere coscienza delle loro paure imparando ad affrontare diversamente la vita e il mondo che li circonda.
In Ma Nuit, i discorsi incentrati sull’esistenza sono caratterizzati da frasi che lasciano poco spazio a lunghe e contorte riflessioni. Queste ultime sono spesso lasciate intendere dallo sguardo, a volte perso, della protagonista che si fa strada nel silenzio.
La regista sceglie di adoperare una musica armonica che si alterna a quella quiete metropolitana e che alimenta la ricerca personale di due giovani e del futuro che li attende.