Peaky Blinders streaming
Era l’inizio del 2015 quando Sky trasmise la quinta, ultima e forse fin troppo frettolosa stagione di Boardwalk Empire, la serie HBO prodotta da Martin Scorsese e ispirata alla vita di Enoch L. Johnson, politico e criminale nell’Atlantic City degli anni ’20, che tanto entusiasmò ogni appassionato dell’epoca in cui potere, ambizione, intrighi politici, violenza, proibizionismo, illegalità e tanto, tanto whiskey erano ingredienti all’ordine di ogni fascinoso giorno. Da allora, sembrava che ogni altro gangster, del piccolo o grande schermo, potesse solo ambire ai modi glacial eleganti di Nucky Thompson. Questo, almeno, fino allo sbarco italiano di Netflix e all’arrivo di Peaky Blinders, period drama prodotto dalla BBC e firmato dall’acclamato regista e sceneggiatore Steven Knight. Peaky Blinders streaming
Passato un po’ in sordina ai più, forse perché diffuso a due anni dalla prima messa in onda o perché immerso in un catalogo sempre più ricco di novità esclusive, Peaky Blinders racconta con intelligenza e (molto) stile da vendere non solo la saga della famiglia Shelby o la Birmingham di inizio Novecento, ma i cambiamenti storici e politici di Gran Bretagna e Irlanda, anche e soprattutto in relazione agli influssi di Paesi come Russia e Stati Uniti. Peaky Blinders streaming
Steven Knight affonda a piene mani nella storia della “città dai mille commerci”, nel suo pieno periodo industriale, nella sua atmosfera intrisa di polvere di carbone e nelle sue “leggende”, come, appunto, la gang dei Peaky Blinders, nota alle cronache del tempo per l’abitudine di cucire lame per rasoi nella visiera dei cappelli e utilizzarli, all’occorrenza, come armi. Peaky Blinders streaming
Se nella realtà i componenti della banda vennero descritti come dei “cani sciolti”, dediti ad ogni tipo di attività illegale, nella finzione sono le scommesse clandestine e la protezione alle attività della zona le fonti della fortuna degli Shelby, i cui affari sono gestiti da tre fratelli maggiori, Arthur (Paul Anderson), Thomas (Cillian Murphy) e John (Joe Cole), aiutati dall’onnipresente zia Polly, interpretata da un’eccellente Helen McCrory. Sebbene ogni personaggio sia disegnato meticolosamente dalla penna di Knight e portato sullo schermo con maestria da un cast degno di ogni nota, protagonista indiscusso della serie è Thomas “Tommy” Shelby, al quale l’attore irlandese Cillian Murphy presta i suoi occhi color ghiaccio, i suoi zigomi taglienti, un timbro vocale abbassato di mezzo tono per l’occasione e il suo miglior brummie (l’accento di Birmingham).
Tommy rappresenta il gangster ideale e, al contempo, il suo paradosso: devoto alla famiglia e agli affari, acuto nello stringere o scindere alleanze, feroce nel difendere il proprio nome e l’onore dei propri cari, ma anche determinato a legalizzare l’attività familiare, a risarcire chiunque diventi un danno collaterali del suo operato e a dimenticare gli orrori visti e subiti durante la Grande Guerra. Nonostante il Mr. Shelby più temuto sia il perno e, spesso, la causa scatenante di tutte le vicende che si susseguono, ogni personaggio può vantare una personale linea narrativa, nella quale fragilità, desideri, rancori e passioni possono svilupparsi in maniera autonoma e acquisire un loro diritto d’essere.
A differenza dei suoi nemici, che la identificano come una debolezza, per Tommy la famiglia è la sua vera forza e, forse, proprio in questi legami così forti e pregni di antiche tradizioni gitane, tramandate dalla madre e da Polly, risiede anche quella dello show. Legami che si rafforzano di fronte alle difficoltà e ai numerosi antagonisti che gli Shelby trovano nel loro cammino, a cominciare dal prepotente ispettore capo C.I. Campbell (Sam Neil), mandato ad indagare sul furto di un ingente carico di armi, al quale si affiancano gli imprevedibili gangster londinesi Darby Sabini (Noah Taylor) e Alfie Solomons (Tom Hardy), e il sadico Padre John Hughes (Paddy Considine).
Se la storia, il cast o la sceneggiatura non fossero abbastanza, c’è un’ulteriore motivo per immergersi nella Birmingham del 1919: la colonna sonora. Ci si dovrebbe aspettare un omaggio al jazz e ai grandi miti del genere, ma si viene invece piacevolmente spiazzati da Nick Cave & The Bad Seeds, The White Stripes, PJ Harvey, Artic Monkeys, Tom Waits, Radiohead, The Kills, Dan Auerbach, The Last Shadow Puppets, Leonard Cohen e David Bowie, i cui pezzi sembrano essere stati scritti ed eseguiti per questa saga.
Sono tre, finora, le stagioni realizzate (la terza disponibile dal 29 giugno scorso), per la quarta si dovrà attendere almeno fino alla fine del 2017.
Insomma, se ve la foste persa, avete abbastanza tempo per innamorarvi degli Shelby e provare quell’ossessivo desiderio che il tempo scorra più in fretta, verso un nuovo episodio!
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