“On n’est pas sérieux, quand on a dix-sept ans”: da questo verso di Rimbaud prende il titolo il nuovo film del francese André Techiné, Quando hai 17 anni, in sala dal 6 ottobre. Divisa in trimestri, perché l’anno dei ragazzi non è tanto quello solare quanto quello scolastico, la storia ha per protagonisti gli adolescenti Damien (Kacey Mottet Klein) e Tom (Corentin Fila).
Apparentemente sono molto diversi: il primo è il figlio coccolato di una dottoressa e di un militare in missione, il secondo vive con la famiglia adottiva in un’isolata fattoria sulle montagne.
A scuola, ogni volta che i loro sguardi si incrociano, l’unica cosa che riescono a scambiarsi sono pugni, calci e testate. L’inattesa gravidanza della madre di Tom porterà i due nemici a dividere lo stesso tetto, costringendoli a mutare il loro rapporto e a fare i conti con i veri sentimenti che li legano.
Techiné torna dopo più di vent’anni a riflettere sull’adolescenza, L’età acerba che dà il titolo ad uno dei suo film più noti, e, senza la riflessione politica e la nostalgia degli anni ’60 che avevano caratterizzato la sua prima incursione nel territorio, riesce a 73 anni a fare un film “giovanissimo”. Dimostrando una leggerezza profonda che farebbe invidia a un esordiente, racconta l’irrequietezza confusa e spaventa dell’adolescenza in maniera talmente passionale, violenta, vitale, da sorprendere.
Lo aiutano in questo i bravi interpreti e la sceneggiatura scritta insieme alla cineasta Céline Sciamma, che con i fortunati Tomboy e Diamante Nero ha già dimostrato di saper avvicinare l’argomento con uno sguardo autentico e personale. Anche il mondo degli adulti, e in particolare il personaggio della madre di Damien (Sandrine Kiberlain), trova un suo giusto e non forzato spazio in questa tenera e dolorosa vicenda ambientata tra i meravigliosi prati primaverili e gli impervi declivi innevati della Francia sud-occidentale, paesaggi estremi e opposti come i sentimenti dei personaggi.
Protagonista di questo film è la paura, il sentimento che più di tutti caratterizza quell’età (ma forse in generale tutte le età della vita). Paura della solitudine e della vicinanza, del se stesso che si sta scoprendo e degli altri, che ci spaventano perché diversi o forse troppo simili. In realtà, riconosciamo in loro i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse fragilità, la nostra stessa paura, appunto.
Senza emozioni preconfezionate, senza furbizie, senza falsi pudori ma anche senza compiacimento, Techiné segue questi corpi palpitanti preda delle loro emozioni, siano esse trattenute o incontrollabili, tenere o violente.
Tom e Damien si avvicinano e si respingono, si riconoscono e si nascondono, confusi e attratti da sentimenti per loro nuovi, difficili da capire e da gestire. E visto che a quell’età “non si può essere seri”, per i due protagonisti del film viene sempre prima l’emozione e poi la ragione, prima l’azione e poi la riflessione. Proprio come quando si hanno, davvero, diciassette anni.