The Lost King, commedia britannica di Stephen Frears, porta al grande pubblico della Festa del Cinema di Roma 2022 un’incredibile storia vera, che ribalta la Storia e il modo di leggerla.
Alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma, The Lost King arriva sullo schermo per raccontare la verità sulla storia di Philippa Langley, Re Riccardo III e tutto il processo che ha portato i due ad “incontrarsi”.

Frears, quindi, torna a parlare di verità e lo fa di nuovo attraverso la bocca di una donna, che se nel 2013 era la Philomena di Judi Dench, oggi a parlare è Philippa Langley, incredibile donna che qualcuno doveva pur celebrare. Il regista questa bella storia non se la fa sfuggire, facendola sua e ricostruendo quel team perfetto che c’era proprio dietro a Philomena; quindi lui alla regia e Jeff Pope e Steve Coogan alla sceneggiatura, con quest’ultimo anche in versione attore. Insomma, le basi per un altro successo ci sono tutte e la storia, quella vera, è un tocco in più per raccontare qualcosa di assurdamente accaduto.
La pellicola s’insinua tra le pieghe della storia, mettendo in dubbio tutte quelle verità, date per certe dai più, ma che in realtà sono spesso frutto di una narrazione distorta cristallizzatasi nel tempo. E questo è il caso di Riccardo III, detto re usurpatore, deforme e malvagio, quello che secondo Shakespeare era pronto a scambiare il suo regno per un cavallo solo per sfuggire alla morte, quello che ha ucciso per regnare, di cui si è detto tanto, ma probabilmente non tutto.
E’ lui che Philippa vuole trovare e raccontare di nuovo. Lei è una donna comune che si appassiona alla vita del re inglese, frequentando gruppi di estimatori che si riuniscono per discutere di come la storia abbia travolto un uomo, secondo loro non così malvagio come gli scritti lo dipingono. Tra prove, congetture e documenti, Philippa si convince di poterlo arrivare a lui, di poter ritrovare quel corpo gettato nel fiume e perduto nella storia.

Il lato più interessante e introspettivo della ricerca di questa donna non è tanto il ritrovamento del corpo del Re, quanto il suo scopo ben più profondo: ridare a quell’uomo, prima che a quel re, il giusto posto nel mondo.
Quella raccontata da The Lost King è una storia di riscatto, sia per Philippa, interpretata egregiamente da Sally Hawkins, sia per il re perduto, mai trovato e forse veramente mai cercato.
Philippa lo vede, letteralmente, in questo gioco tra fantasy e realtà in cui Riccardo III irrompe sulla scena con tanto di cavallo. Lei lo sente, e questa sua serie di incredibili intuizioni vengono rese dal regista come vere e proprie visioni, a cui abbiamo accesso solo noi pubblico e Philippa. La parte fantastica è inserita perfettamente nella narrazione, senza creare alcuno strappo nella credibilità del film, anzi, contribuendo a quello humor tipico delle commedie britanniche.
C’è chi ci crede e chi non ci crede, c’è chi la sostiene e chi non le da un soldo, ed in questa situazione di incredulità generale, si fanno strada tematiche ben più tangibili. C’è la diffidenza nei confronti di chi non sia un vero accademico e si approcci ad un argomento così storicamente radicato, c’è l’onnipresente discredito nei confronti di una donna in un mondo di uomini arrivisti ed egocentrici e poi c’è la grande, anzi immensa, questione del merito.
Si parte con Philippa Langley ma si finisce per applaudire chi all’inizio neanche le credeva.
The Lost King infatti si permette, simpaticamente, di legittimare una scoperta, restituendola alla sua proprietaria e redistribuendo meriti e ruoli di una ricerca a ritroso nel tempo. Il muro delle scetticismo viene abbattuto nel film, con Philippa che non si arrende ma si reinventa ad ogni difficoltà e con il re Riccardo III, che nessuno vede ma che guida la donna verso la versione reale di sé, fino a mostrarsi al mondo intero.