Presentato in concorso alla 77ª edizione della Biennale di Venezia, The World to Come è la purezza di un amore che scalpita, non vedendo l’ora di librarsi nell’aria.
Il film è diretto dalla regista norvegese Mona Fastvold, mentre all’interno del suo cast vi troviamo Katherine Waterston, Vanessa Kirby (vincitrice della Coppa Volpi per Pieces of a Woman) e Casey Affleck, quest’ultimo anche co-produttore del progetto.
Tratto dal racconto di Jim Shepard Il mondo che verrà, viene fotografato il legame intenso tra Abigail, giovane moglie servizievole, e Tallie, la sua nuova vicina.
È un drama ottocentesco nel quale, visto soprattutto il contesto storico, sin dall’inizio si porranno fin troppi ostacoli fra le due donne e il loro desiderio passionale. Non ci sarà tempo per la timidezza, né per la paura: l’unica via possibile sarà quella di combattere per una libertà sempre più rarefatta.
The World to Come: trama

Siamo nello stato di New York, verso la metà dell’Ottocento.
Abigail, insieme a suo marito Dyer, si appresta a cominciare un nuovo anno nella fattoria di famiglia. Riflettendo sull’anno che verrà, mentre sfoglia il suo diario personale, percepiamo il forte contrasto tra il suo essere all’apparenza pacata e l’emozioni complesse che invece affiorano dalle pagine.
Allo sbocciare della primavera, Abigail fa l’inaspettata conoscenza di Tallie, donna di carattere nonché molto fascinosa, appena trasferitasi con suo marito Finney in una fattoria lì vicino. Trascorre del tempo e le due donne si ritrovano avvolte in un velo di passione che le strega entrambe, facendole invaghire l’una dell’altra.
Stringono una relazione che le completa, riempiendo un vuoto nelle loro vite di cui ignoravano l’esistenza. Mentre i mariti fanno i conti con l’intensità del legame delle loro mogli, tra i sentimenti feriti di Dyer e la gelosia vendicativa di Finney, gli eventi culminano con la decisione di quest’ultimo di allontanare Tallie dalla sua “amica”, e la determinazione di Abigail a seguire la sua anima gemella.
In The World to Come la linea narrativa usata per lo storytelling è senza dubbio inusuale. Viene sfruttata la tecnica del diario, in stile narratore esterno, con la quale gli eventi vengono esposti con intermezzi e lunghi salti temporali.
Si passa dal freddo inverno alla quiete colorata della primavera in un batter d’occhio, sfogliando le note scritte da Abigail. Insieme al meteo, anche la psiche della donna vivrà sbalzi importanti, vittima di uno tsunami emotivo che la porterà a fare i conti con se stessa e suo marito.
The World to Come: analisi

La sensazione che lascia The World to Come è quella di una pellicola raffinata, dai ritmi placidi e curati. Si gioca molto sui toni di voce, sugli sguardi, sulla gestualità delle mani, quasi a voler imporre un secondo livello di comunicazione sopra quello verbale.
Difatti non viene mai dichiarato in modo trasparente l’amore tra Tallie ed Abigail, il disappunto di uno spaesato Dyer, il lugubre atteggiamento di Finney nei confronti della moglie. Tutto ciò lo spettatore lo assimila tramite i piccoli segnali che gli interpreti ci mandano, il che rende le esternazioni dei protagonisti ancor più ricche di significato.
Come ampiamente pronosticabile, il paragone più ovvio è quello con il capolavoro di Ang Lee “I segreti di Brokeback Mountain”. Nel film di Lee, il rapporto tra Ennis e Jack (Heath Ledger e Jake Gyllenhaal) è ben più vissuto, periodico, quasi fosse una ricorrenza. Quando pero analizziamo il caso di Abigail e Tallie, quel che viene raffigurato su schermo non è che la punta dell’iceberg, l’assaggio di un qualcosa che le due non avranno mai modo di gustare a pieno.
A ciò si associa una freddezza delle gamme cromatiche per la fotografia, nel pieno dell’inverno, alternate ai colori sgargianti dell’estate, a riproporre graficamente i balzi d’umore della stessa Abigail, vittima provata (ma non rassegnata) di un destino beffardo e crudele. I personaggi sono tracciati con arguzia, hanno una loro identità spiccata e ben definita. Tutti loro subiscono una sensibile evoluzione, in particolar modo la figura di Dyer, elevata da un’interpretazione di livello del premio Oscar Casey Affleck.
The World to Come: conclusioni
Trapela molto affetto dal drama toccante di Mona Fastvold, che ci fa vivere un’avventura ingenua, sincera, dolce ma anche crudele. Il romanticismo non è una realtà tangibile, un orizzonte scrutabile, ma una mera speranza di fronte al muro invalicabile che separa le due giovani donne, costrette a fare i conti con il loro mondo.
L’amore rappresenta un appiglio che le sorregge, appese ad un filo sottile, sopra l’oblio delle loro quotidianità grigie. È una storia coinvolgente, quella di The World to Come, che tocca le corde degli animi più romantici, ma solo sfiorandole. Si tratta infatti di una storia silenziosa, quasi sussurrata, che va accolta ed accettata con altrettanta quiete. Lungo la narrazione vi è lo spazio per la scoperta, per il rischio, per la paura e persino per la disperazione.
La certezza incontrovertibile in tutto ciò rimane allora una sola, l’amore non smette mai di esser presente in tutti questi momenti. Influenza ogni scelta razionale tramutandola in istintiva, pizzica le guance arricciando le labbra in un sorriso, fa intingere la carta d’inchiostro per dar vita a quelle parole che risuoneranno per l’eternità negli animi di chi si è amato.