In “Total Recall” del 2012, remake dell’omonimo film del 1990, il legame col racconto di Dick è ancora più labile. La storia infatti è ambientata su un pianeta terra dove un conflitto ha reso inabitabile l’intero globo tranne due zone, l’Unione Federale di Britannia (UFD) – comprendente il Regno Unito e parte dell’Europa – e la Colonia – coincidente con l’Australia – collegate tra loro da un ascensore chiamato the fall – la discesa – che, tramite un tunnel, attraversa il centro della terra. Nella Colonia vivono le classi meno agiate che si recano a lavoro, tramite il collegamento intraplanetario, nell‘Unione dove risiede anche il potere politico. La trama segue quella del film del 1990. Il protagonista, Douglas Quaid, (Colin Farrell), è un operaio della Colonia che sogna una vita migliore. Decide di farsi impiantare dalla Rekall un pacchetto mnemonico in cui impersona un agente segreto. L’intervento viene interrotto da agenti speciali da cui riesce a fuggire. Tornato a casa, evita di essere ucciso da sua moglie Lori (Kate Beckinsale), anch’essa un agente segreto, e si nasconde nella megalopoli sovrappopolata. Per tutto il film verrà braccato dalla Beckinsale e da agenti robotici e non, tutti al servizio di Vilos Cohaagen (Bryan Cranston) cancelliere dell’UFD. Quaid, tramite un suo messaggio preregistrato, scopre di essere Carl Hauser, un agente di Cohaagen infiltrato tra i ribelli – i quali vogliono l’indipendenza della Colonia dalla UFD – che innamoratosi di una di loro, Melina (Jessica Biel), aveva cambiato schieramento. Cohaagen, però, lo aveva fatto catturare e riprogrammare. L’unico che può aiutarlo è Matthias (Bill Nighy), il capo della resistenza. Giunto nell’UFD viene aiutato da Melina a sfuggire ai suoi inseguitori e a trovare Matthias nella zona contaminata fuori Londra. Ma Cohaagen li trova, cattura Melina uccide Matthias, da ordine di riprogrammare Quaid con la mente di Hauser e da il via all’invasione della Colonia con un esercito di robot. Ma Quaid rifiuta di tornare ad essere un agente del cancelliere, sale sull’ascensore che sta portando l’esercito in Australia, riesce a farlo esplodere chiudendo, in tal modo, il tunnel intraplanetario e rendendo di fatto la Colonia indipendente. Nel farlo uccide sia il cancelliere che sua moglie. Baci e abbracci con Melina, fine.total recall scena

La regia del film è di Len Wiseman regista di Underworld (2003), Underworld evolution (2006) e di Die Hard 4 (2007). La qualità del film è risibile, le scene d’azione hanno un che di “già visto” e non perché riprendano il film del 1990 ma perché replicano gli stereotipi dei film d’azione senza aggiungere nulla di nuovo così come la trama che è piatta e prevedibile. L’interpretazione degli attori è comparata alla qualità della pellicola, in fondo perché sforzarsi quando non è richiesto. Il problema di questo film e dei film d’azione degli ultimi anni è che sono manieristi, replicano senza innovare i stilemi nati nell’epoca d’oro del genere (gli anni ‘80 e ’90) e, di conseguenza, i nuovi eroi stentano ad imporsi come personaggi. I vecchi attori-personaggio hanno ormai raggiunto i limiti d’età anche se alcuni proseguono la loro carriera continuando a riproporre il proprio “tipo”. Nel recente film “I Mercenari” (2010) – e nel sequel – Stallone (attore, regista e sceneggiatore) ne ha richiamati molti a reinterpretare il loro personaggio, la pellicola appare come una omaggio ad un epoca ormai conclusa.

Questo genere di film continua ad avere un buon successo di pubblico ma senza i vecchi attori-icona, senza nuovi interpreti che riescano a diventare nuovi simboli e senza più la verve creativa del genere la qualità è inferiore rispetto a quella del periodo d‘oro. Va detto che, invece, la qualità – grazie alla computer grafica – e la quantità degli effetti speciali sono incredibilmente aumentati e negli ultimi anni hanno preso il sopravvento sul resto della pellicola a tal punto che ormai la trama serve solo a collegare le scene spettacolari tra loro. Tale fenomeno è sempre stato presente nei film di questo genere ma oggi è arrivato a un punto limite forse perché gli effetti speciali hanno raggiunto, rispetto al passato, sia vette di incredibile realismo sia costi più accessibili e si pensa che questo non renda necessario avere buone trame, bravi interpreti e regie originali. Basta un soggetto su cui poter innestare scene d’azione con belle donne e uomini prestanti e il film è fatto. Si ritiene che per un buon incasso non sia necessario null’altro e i risultati dei botteghini sembrano avallare questa idea.

Antonio Di Iorio

leggi la prima parte: https://www.cabiriamagazine.it/total-recall/