Tutti i soldi del mondo bastano a riscattare una vita? Attraverso la ricostruzione del rapimento di Paul Getty III, avvenuta a Roma nel 1973, Sir Ridley Scott sembra cercare risposta a questa domanda essenziale.

L’adolescente Paul Getty III, nipote del petroliere Jean Paul Getty, noto per essere il più ricco al mondo e uno dei più grandi collezionisti d’arte, viene rapito nei pressi di piazza Farnese durante una passeggiata nella Capitale a notte fonda. I diciassette milioni di dollari chiesti dai rapitori sono una cifra irrisoria per il burbero miliardario che però non vuole privarsi di una piccola fetta della sua immensa fortuna anche se in gioco c’è la vita del suo erede diretto. La madre del ragazzo insieme al pragmatico Fletcher Chace, ex agente segreto ora capo della sicurezza dell’impero di Getty, intavoleranno le trattative con i rapitori e si batteranno con il capo famiglia per ottenere i soldi necessari al rilascio.

Questo episodio di cronaca è stato ripreso da vari romanzi compreso Painfully Rich: The Outrageous Fortunes and Misfortunes of the Heirs of J. Paul Getty di John Pearson da cui è partita la sceneggiatura di David Scarpa che Ridley Scott ha scelto di dirigere per proseguire il discorso sui difficili rapporti personali e familiari, spesso viziati dall’invidia e dal rancore. Nella filmografia del regista inglese, da Blade Runner al Gladiatore fino a Exodus- Dei e Re, i rapporti di parentela sono sempre soggetti e annientati dalla crudeltà umana che li subordina al denaro o al potere. Commodo si era macchiato di parricidio, il replicante Roy Batty si era sbarazzato del suo creatore, entrambi puntavano alla gloria e all’immortalità. Ora Paul Getty sacrifica al dio denaro i rapporti famigliari, lanciandosi disperatamente in una corsa verso l’alienazione e la solitudine senza speranza.

Paul Getty per Ridley Scott infatti è come un moderno Mastro Don Gesualdo: mentre esala l’ultimo respiro in una sequenza che lo dipinge da solo nel cuore della notte, perso nell’enorme e lussuoso salone, stringe tra le mani un’opera d’arte e questo gesto lo allontana nuovamente dallo spettatore che poco prima lo aveva visto cercare redenzione cedendo i soldi del riscatto. 

Tutti i soldi del mondo è l’ennesimo elemento che dimostra la versatilità di Ridley Scott, capace, all’interno di questo film, di alternare scene commoventi a frenetiche sparatorie e di passare con naturalezza dal primo piano di una madre disperata al dettaglio splatter di un orecchio mozzato, senza mai perdere l’altissima tensione narrativa che sfocia nella sequenza finale concitata e disperata degna degli inseguimenti di Hitchcock.

Tutti i soldi del mondo è speso tra il dramma emotivo dei personaggi e la tensione data dal rapimento e l’apprensione per la sorte di Paul Getty III, una regia eccelsa fa brillare le stelle del cast dove spiccano Michelle Wiilliams nei panni della madre avvilita, ma al tempo stesso lucida e razionale, Charlie Plummer che interpreta Paul Getty III e appare davvero spaventato dai suoi rapitori nonostante questi lo trattino con riservo e soprattutto lo spietato e crudele magnate del petrolio Jean Paul Getty interpretato da Chirstopher Plummer che non fa rimpiangere Kevin Spacey sostituito dopo i presunti scandali che lo hanno travolto nei mesi scorsi.