In questo periodo in cui la chiesa cattolica cerca l’occasione per mostrarsi all’avanguardia, sfruttando la comunicazione visiva e il linguaggio mediatico è opportuno tirare fuori dai polverosi stipi della sagrestia alcuni titoli che vedono le sorelle con le dita lontane dai grani del rosario.

Sister ActSister Act va menzionato per primo unicamente perché Suor Maria Claretta è senza ombra di dubbio la novizia meno peccaminosa della lista di suore nere che ci si accinge a stilare. Il film è un classico degli anni Novanta dalla duratura fortuna, ma il cinema aveva già conosciuto nell’intimo altre spose di Cristo. Prima che Whoopi Goldberg indossasse l’umile tonaca con i tacchi a spillo, Shirley MacLaine vestiva i panni di una monaca in giarrettiera nel far-west. Tow mules for Sister Sara è un western con Clint Eastwood del 1970 attestato in italiano come “Gli avvoltoi hanno fame”. La trama è ancora relativamente soft se si esclude che la protagonista femminile è una prostituta decisa a prendere i voti e percorrere la via del Signore in luogo delle balconate del saloon; in ogni caso, dopo varie vicende, monta a cavallo e fugge con il bel Clint.

Gli asili religiosi hanno in se una certa spettralità derivata dai paramenti tetri e dalle salmodie echeggianti, naturale conseguenza è l’ambientazione horror. Per rimanere in tema di aspetti turpi della vita clericale, è caritatevole citare prodotti cinematografici che vedono orsoline ossessionate dal desiderio: nel 1971 Ken Russell concepisce senza peccato I diavoli, in cui madre Jeanne degli Angeli, una superiora fisicamente deforme, vive consumata dalla passione per padre Grandier, il risultato è una pellicola invasata dagli istinti più carnali e dalle torture inquisitorie.

Bisogna notare che la tentazione conventuale risiede già nella letteratura. Il romanzo verghiano Storie di una capinera fu spunto di vocazione filmica già dal 1917, poi, nel ‘93 anche Franco Zeffirelli sentì la chiamata.

Le humane litterae spingono fino alla Monaca di Monza, della quale il cinema ha abbondantemente narrato le vicende. Tramandata anche dal Manzoni, la storia di Suor Virginia Maria, hardente più d’amore carnale che di fuoco pentecostale, introduce a una serie di pellicole che rendono la scandalosa religiosa più proverbiale che altrove.La novizia

Il filone cinematografico denominato Nuns-ploitation ha regalato negli anni Settanta un drappello di film in cui le protagoniste sono umili pastorelle della Romana Chiesa piegate per il desiderio erotico e sadico di badesse e confessori.

Seppur infinitamente relegabile tra i B-movie, non si può dimenticare La bella Antonia prima monica poi dimonia (1972), autentico Vangelo per gli adolescenti di primo pelo.

Essendo giunto il compiacimento del pubblico, case di produzione, registi e soprattutto attrici continuarono a dispensare pace interiore a un nutrito pubblico devoto in toto a quelle agnelline di Dio chiuse a chiave nelle più oscene abbazie. I critici affermati avrebbero preferito perdere gli occhi piuttosto che sottoporsi alle visioni di cliché a tal punto commerciali, ma i titoli dei convent-movie a sfondo erotico sgorgavano miracolosamente come l’acqua santa: Cristiana monaca indemoniata (’72), Confessioni segrete d’un convento di clausura (’72), Leva lo diavolo tuo dal mio convento (’73), Le scomunicate di san Valentino (’73), La badessa di Castro (’74), La novizia (’75), Confessioni proibite di una monaca adolescente (’77), Interno di un convento (’78), …

L’intero caso cinematografico porta alla riflessione sulla possibilità di interrogare il buon pontefice Francesco e la calca di porporati riguardo queste fantastiche e fosche pellicole: nello specifico sarebbe interessante sapere se l’eletta schiera del Creatore rinneghi o meno le belle monachelle scosciate, infiammate dalla voluptas e bagnate d’acqua santa. Per il resto, è universalmente noto che la mediateca papale abbondi di questo genere di DivX[1].

[1] Fonti non accreditate riferiscono che il Bergoglio abbia eretto un simulacro al regista di Nude nuns with big guns, in sostituzione dell’altarino di Ratzinger ideato per Magdalene. Inoltre, voci dal colonnato riportano la notizia che Francesco, avendo scaricato proprio in questi giorni Machete, voglia far affrescare la volta della propria stanza da letto con la versione clericale di Lindsay Loan.