Pochissimi registi hanno la capacità assolutamente unica di stupire e inquietare, di lasciare senza alcun punto di riferimento lo spettatore e, allo stesso tempo, di affascinarlo e ipnotizzarlo fino a farlo perdere dentro un labirinto tanto autoreferenziale quanto suggestivo. Abel Ferrara è uno di questi pochi. Un autore che ha sempre messo al centro delle sue opere il percorso esistenziale. Un regista capace di trascendere l’esperienza della visione e di imprimere sullo schermo le paure e le insicurezze dell’umanità.

Zeros & Ones, thriller d’azione con sfumature politiche, rientra perfettamente nello stile e nella poetica di Abel Ferrara unendo realismo e metafora, ma soprattutto si configura come un film provocatorio, disturbante e struggente.
Un’opera, senza ombra di dubbio, non di accessibile lettura che difficilmente incontrarà il favore del pubblico mainstream, nonostante propone un punto di vista inedito sul dramma della nostra contemporaneità.

Zeros & Ones si regge sostanzialmente sulle spalle di Ethan Hawke, impegnato nel doppio ruolo di un soldato americano residente a Roma e del suo gemello, una sorta di rivoluzionario anarchico, coinvolto in complessi intrighi che mettono a repentaglio la Città Eterna, imprigionata in una ragnatela che coinvolge mafia cinese, servizi segreti russi, estremisti islamici e il Mossad.

Roma è qui nel pieno dello lockdown, con il Covid che la rende un regno di fantasmi, il sentiero abbandonato di un’umanità chiusa in se stessa, che vive nei sotterranei, nelle piccole stanze decadenti di corso Vittorio Emanuele, rinnegando la bellezza monumentale e gigantesca della Caput Mundi.
Zeros & Ones affronta diverse tematiche incrociandole e sovrapponendole, creando un effetto molto straniante, giocando soprattutto con una fotografia digitale alquanto spuria (in diversi momenti ottenuta tramite dispositivi mobili non professionali).

Zeros & Ones ci pone molte domande sul destino dell’umanità e su i suoi comportamenti in momenti profondamente drammatici (Il covid), su come l’uomo sia condizionato tanto dal passato quanto da un futuro seppur incerto. Non ci dà nessuna risposta e non ha intenzione di farlo, suggerisce solo un cammino claudicante che nelle sequenze è l’incidere tormentato e dubbioso di un personaggio solitario, cupo, oppresso alla morte e dalla sofferenza.

Pochissimi registi avrebbero avuto il coraggio di riprendere Roma come Abel Ferrara in questo film, negarne la sua universalità e renderla immagine speculare delle anime spezzate di un mondo in profondissima crisi di valori. Sfiora la provocazione nella distruzione dei simboli della cristianità e di conseguenza nella perdita di certezze e punti di riferimento della società occidentale.

Zeros & Ones è un film volutamente caotico ed imperfetto secondo il metro di valutazione canonico; è un grande flusso di coscienza a metà tra fantasia e realtà, tra trascendenza e una sorta di neorealismo dell’anima.