Da sempre uno dei cineasti più politici dei nostri tempi, Costa-Gavras non ha mai mancato di mettere in scena a modo suo le intricate vicende di potenti e plebei nel difficile periodo storico in cui viviamo. È stato così per lavori come Z – L’Orgia del Potere (1969), L’Affare della Sezione speciale (1975) o Cacciatore di Teste (2005), ad esempio, ed è così anche per il presente Adults in the Room, presentato fuori concorso alla 76° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, in cui a fare da attrice principale è proprio la sua amata patria: la Grecia.

Da parecchi anni a questa parte, come sappiamo, la presente nazione – in forte crisi economica e con un grosso debito nei confronti dell’Unione Europea – è costretta a sottostare a un rigido regime di austerità. Il nuovo governo appena eletto, tuttavia, sembra rappresentare una nuova speranza in vista di un futuro migliore. Ma sarà davvero così o, come al solito, ognuno penserà ai propri interessi, dimenticandosi completamente della volontà del popolo?

Al fine di mettere in scena una situazione tanto delicata, Costa-Gavras ha optato per una messa in scena del tutto accattivante e soggettiva, che ricalca appieno l’impronta della tragedia greca. Come se ci si trovasse su di un palcoscenico teatrale, dunque, le location scelte sono tutte rigorosamente in interni, i dialoghi fittissimi, i personaggi sottilmente caratterizzati, ognuno dei quali, nel tentare di portare avanti le proprie idee, non può realmente classificarsi né come buono né come cattivo.

Con un commento musicale fortemente tradizionale, all’interno del quale le note del Sirtaki (danza popolare greca) contribuiscono a conferire all’intera messa in scena il dovuto distacco, Adults in the Room ci trasporta in una dimensione in cui i ritmi sono frenetici, i numeri e i dati da un tabellone digitale finiscono per liberarsi nell’aria dando vita a una sorta di girotondo, le parole si sovrappongono l’una sull’altra, gli sguardi, incrociandosi, sembrano significare l’esatto contrario di ciò che si è appena pronunciato, il tutto in una danza che sembra non vedere mai la propria conclusione.

E il popolo, dal canto suo, cosa fa? Come facilmente comprensibile, il popolo è la prima vittima di questo sistema malato e contorto e, sebbene inizialmente sia portato a dare fiducia al nuovo governo appena entrato in carica, ben presto resterà amaramente deluso (particolarmente significativa, a tal proposito, l’affermazione del neoeletto primo ministro, convinto che, ben presto, il suo nuovo governo finirà per rendere la gente – abituata a chiedere sempre di più – profondamente insoddisfatta).

La storia, dunque, che si ripete ciclicamente. E un popolo che finirà, ogni volta, inevitabilmente per voltare le spalle a chi lo governa. Proprio come accade in una delle scene maggiormente riuscite di Adults in the Room, quando, durante una cena, un’enorme folla si avvicina minacciosa – e profondamente teatrale – al tavolo dove stanno mangiando i funzionari di governo, finendo poi letteralmente per voltare loro le spalle.

Vista l’attuale situazione della Grecia, dunque, il presente lavoro si è rivelato per Costa-Gavras come tra i suoi lungometraggi più urgenti e necessari. Un lavoro in cui, unitamente alla mancanza di fiducia nei confronti dei potenti, è presente anche una sincera e appassionata dichiarazione d’amore al popolo stesso, il quale, in chiusura del lungometraggio, tramite una didascalia viene vivamente esortato a resistere.