Mosè e Ramses, Tony e Ridley, dei e re.
La storia dell’esodo del popolo ebraico ha sempre avuto grande fortuna cinematografica: Cecil De Mille ne ha parlato in due kolossal nel ‘23 e nel ’56, il secondo resta il più famoso e massacrante per durata. Più recente e piacevole è il film d’animazione marca DreamWorks (Il principe d’egitto). Il fascino della leggenda dell’Esodo non ha risparmiato neanche l’ormai affezionato della tunica, Ridley Scott.
La storia di Mosè è ben nota, chiunque volesse rispolverarla potrebbe con facilità sfogliare il quinto libro della Bibbia. Ridley Scott non tralascia il carattere epico-mitologico delle vicende, ma al tempo stesso s’impegna a dare concretezza e maggiore credibilità concentrando gran parte degli eventi sulla rivalità tra Mosè (Christian Bale) e Ramses (Joel Edgerton).
I due fratelli sono specchio di modi opposti di concepire il potere, di conseguenza ne derivano visioni totalmente differenti della vita.
La narrazione, nonostante una parte centrale lenta, nel complesso è avvincente, Scott fa sfoggio di tecnica e di effetti speciali negli spettacolari snodi delle sette piaghe e soprattutto nell’inseguimento finale.
La resa delle sequenze lascia lo spettatore quasi attonito davanti al magniloquente impatto visivo.
Scott con tutto il suo cast, tecnico e artistico, crea un vero action-movie nell’antico Egitto, dove a sfidarsi sono due uomini, due fratelli e soprattutto due modi di rapportarsi con l’esistenza.
Al termine del film la dedica sincera di Ridley al fratello Tony – ricordiamo che il regista morì suicida nel 2012- commuove e rende intellegibile lo snodo degli eventi presentati sullo schermo, soprattutto chiarisce le motivazioni di come sono state raccontate le immagini. Oltretutto Ridley sembra anche voler aprire una finestra sul proprio mondo famigliare, sul controverso rapporto con il compianto Tony, da sempre stilisticamente e caratterialmente distante nel linguaggio cinematografico del regista di Alien.
I fratelli Scott si rincontrano nell’Egitto delle piaghe bibliche, si abbandonano nuovamente sulle opposte rive del Mar Rosso e rimangono entrambi sotto lo stesso cielo divino, quello della comune passione per la Settima Arte.
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