Trama e curiosità della saga distopica più amata degli ultimi anni
Felici Hunger Games! E possa la fortuna essere sempre al vostro servizio!
Effie Trinket
Basata sui romanzi di Suzanne Collins, la saga di Hunger Games è una delle migliori storie distopiche degli ultimi anni che ha catturato l’attenzione di milioni di spettatori in tutto il mondo.
Il parallelo letterario è composto da tre romanzi (Hunger Games, La Ragazza di Fuoco e Il Canto della Rivolta) e offre un’avventura avvincente e riflessiva.
Suzanne Collins crea un mondo coinvolgente, centrato sulla protagonista Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence), una figura forte e complessa.
Il suo nome fa riferimento al suo talento con il tiro con l’arco, infatti significa “erba saetta“.
La trama ricca di suspense ed emozioni forti, incentrata sui “giochi della fame” (hunger games, appunto) e sulle lotte contro l’oppressione, tiene i lettori incollati alle pagine. La Collins affronta temi importanti come la sopravvivenza, la politica e l’etica, fornendo una riflessione critica sulla società.
Sono le cose che amiamo di più che ci distruggono
Presidente Snow
Il successo della saga è indubbiamente legato alla carismatica figura della protagonista, Katniss. Panem è il luogo immaginario in cui, in un futuro non troppo lontano, si è trasformata l’America. Un Paese che, dopo una guerra intestina, è diviso in distretti, separati tra loro e uniti sotto la tirannia della capitale Capitol City.
La principale differenza tra i romanzi e i film di Hunger Games risiede nel modo in cui vengono raccontate le storie. I libri offrono un accesso diretto ai pensieri e alle emozioni dei personaggi attraverso la narrazione in prima persona di Katniss Everdeen. Nella trasposizione cinematografica, il monologo interiore è stato adattato per il grande schermo, in maniera piuttosto fedele, pur dovendo condensare alcuni parti della trama per adeguarsi ai vincoli temporali e narrativi del cinema. Inoltre, il terzo romanzo della scrittrice è stato diviso in due film per il cinema: Il Canto della Rivolta parte 1 e parte 2.
Ciò che non è stato minimamente cambiato nell’adattamento, è il personaggio dell’eroina della saga. E’ Katniss il motivo del successo della Collins, una figura magnetica e potente. Alla base di Hunger Games c’è uno show televisivo. Il Presidente Snow ( Donald Sutherland), dittatore di Capitol City, ha istituito che ogni anno ognuno dei dodici distretti di cui è composta Panem, scelga due tributi: un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che saranno i concorrenti di un violento gioco trasmesso in diretta in tutto il Paese. I giovani, estratti casualmente in un cerimonia pubblica, devono combattere tra loro fino all’ultimo respiro. Alla fine dei giochi, ci può essere solo un unico sopravvissuto e vincitore. Gli hunger games, nacquero come punizione verso i tentativi di rivolta avvenuti a Panem in passato (infatti, esiste un tredicesimo distretto, distrutto, da cui era partita la ribellione).
La speranza è l’unica cosa più forte della paura
Presidente Snow
Katniss è una sedicenne cresciuta nel Distretto 12, uno dei più poveri, terra di minatori. Orfana di padre, è un’abile arciera e cacciatrice. Si occupa principalmente lei della sua famiglia. Sua madre (Paula Malcomson) è caduta in depressione dopo essere rimasta vedova e la sua sorellina Prim (Willow Shields) è tutto il suo mondo. La trasformazione di Katniss, in effetti, è strettamente connessa proprio a questo legame. Durante l’estrazione dei volontari per i 74esimi Hunger Games, è il nome di Prim che viene colto dal caso. Così, la sorella maggiore si offre volontaria al suo posto. Questo primo grande gesto di coraggio e d’amore, cambierà per sempre la vita di Katniss e di tutta Panem.
Il tuo compito è essere una distrazione in modo che le persone dimentichino quali sono i veri problemi.
Haymitch
La forza della ragazza va oltre le abilità fisiche e risiede nella sua determinazione a proteggere la sua famiglia e sopravvivere in un mondo ostile. È un personaggio che affronta sfide morali complesse, lottando con le conseguenze delle sue azioni e cercando di preservare la sua umanità in un contesto disumano. La natura ribelle di Katniss e il suo senso di giustizia, la rendono una figura di resistenza contro l’oppressione di Capitol. Il percorso dell’eroina degli Hunger Games attraverso la saga è caratterizzato da una crescita personale significativa. Dalla lotta per la sopravvivenza nei giochi alla leadership nella ribellione contro la dittatura del Presidente Snow, Katniss si trasforma in un simbolo di speranza e cambiamento, da Ragazza di fuoco del primo capitolo a Ghiandaia Imitatrice, paladina della giustizia.
Katniss: <<Peeta, resteresti con me?>>
Peeta: <<Sì… Per sempre.>>
Ma un altro elemento fondamentale per comprendere l’enorme successo di questa saga è quello dell’amore: un triangolo che divide il cuore di Katniss e quello del pubblico. La dualità dei sentimenti della Ghiandaia Imitatrice tra Peeta Mellark (Josh Hutcherson) e Gale Hawthorne (Liam Hemsworth) aggiunge ulteriore profondità alla sua caratterizzazione, esplorando i temi del sacrificio, della passione, dell’emozioni profonde.
Biondo VS moretto, tenerezza VS passione: chi l’avrà vinta nel cuore dell’eroina degli Hunger Games?
I due ragazzi del cuore di Katniss sono impossibili da non amare. Sono molto diversi. Peeta, il ragazzo del pane, è un fornaio dall’animo gentile. E’ un artista, dolce e affettuoso. Gale è un cacciatore, lavora in miniera. E’ forte, passionale, coraggioso e sempre in prima linea. Katniss ha bisogno di entrambi per essere felice e per tutta la saga fa difficoltà a decidere chi ami davvero tra i due. E’ molto interessante come questa scelta sarà strettamente connessa al messaggio profondo che permea sia il film che il romanzo: la guerra logora l’anima e lascia tracce indelebili nello spirito e nel corpo. Si pensa prima di tutto a sopravvivere, non c’è spazio per il romanticismo. Ma è proprio quando si lotta per la propria pelle che viene fuori chi siamo veramente. Sarà proprio questa scoperta che renderà chiara e decisa la scelta di Katniss per la persona che vuole al proprio fianco.
Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può essere ancora bella…
Katniss, romanzo Il Canto della Rivolta
Katniss Everdeen è una protagonista memorabile, simbolo di resilienza e coraggio in un mondo che cerca di sopprimerla. Senza volerlo, diventa l’emblema della ribellione. Non è lei a scegliere di essere la Ghiandaia Imitatrice, ma lo diventa comunque. Nei romanzi, quest’elemento viene messo in evidenza da un’interazione con Madge, la figlia del sindaco del Distretto 12. E’ lei che le dona la spilla con l’uccello che diventerà il simbolo della ribellione. Non è Katniss a volerla, ma è qualcosa che le viene donato e che lei non puo’ rifiutare. Sarà proprio nel finale, invece, che Katniss sceglierà la propria strada per la prima volta. La volontà di far scoccare la sua freccia verso chi per lei rappresenta il vero nemico della Nuova Panem, determinerà la sua libertà. Non sarà più né alla mercé di Capitol City né dei ribelli.
Alla fine della guerra, con il rientro di Katniss nel Distretto 12, inizia la sua nuova vita. Un’esistenza in cui è libera per la prima volta. E non poteva esserci finale più giusto per questa saga, perfettamente in linea con quello scritto da Suzanne Collins. Una conclusione che non può essere un happy ending, ma dolce amara. I corpi dei protagonisti resteranno segnati per sempre, nei romanzi decisamente molto di più che nel film ( tra cicatrici e amputazioni). Ad essere veramente feriti, sono gli animi dei personaggi che, però, raccolgono i frutti della lotta cercando di costruire un mondo migliore.
A volte ho gli incubi anch’io. Un giorno ti spiegherò ogni cosa. Come arrivano e perché non se ne andranno mai, ma anche come riesco a sopravvivere. Faccio una lista nella mia mente di ogni cosa buona che ho visto fare dalle persone, ogni cosa che ricordo. Anche la più piccola. E’ come un gioco, la faccio, la rifaccio… E’ un po’ noioso dopo tutti questi anni, ma ci sono giochi peggiori a cui giocare.
Katniss
L’amore del pubblico per questa saga non è dovuto solo all’ottima trama, ma anche a un cast eccezionale che ha incarnato alla perfezione i protagonisti nati dalla penna della Collins. Jennifer Lawrence è stata consacrata tra gli Dei di Hollywood grazie alla sua performance della Ghiandaia Imitatrice. E’ impossibile immaginare la ragazza di fuoco con un altro aspetto, oramai. Scelte azzeccate anche per i contendenti del suo cuore Josh Hutcherson e Liam Hemsworth che ci hanno regalato performance solide, dando vita ai complicati legami romantici presenti nella trama. Uno dei personaggi più amati dai lettori della saga è Finnick e l’interpretazione di Sam Claffin è una delle più apprezzate dai fans.
Gli attori che compongono il cast principale sono mostri sacri del cinema del calibro di Donald Sutherland, Woody Harrelson, Philip Seymour Hoffman, Julianne Moore, Elizabeth Banks, Stanley Tucci… un gruppo di attori che è stato in grado di trasmettere le emozioni e le sfumature dei personaggi in modo convincente e profondo. Proprio per questo, Hunger Games è stato ampiamente lodato per aver portato in vita i personaggi della saga in modo fedele e coinvolgente.
Tifa per i tuoi eroi, piangi quando li uccidono…è orrendo
Gale Hawthorne
E’ impossibile non parlare di Hunger Games senza trattare la grande attenzione verso sull’utilizzo dello schermo, sull’importanza dell’immagine e dei filmati. Niente di più attuale e che centra l’obiettivo di raggiungere un pubblico cresciuto col digitale e che ne conosce l’importanza e la pericolosità. Il reality di Panem è crudele, ricco di violenza, spietato. Allo stesso tempo spettacolare, ricco, variegato. Tanto è realistico quello schermo durante i giochi nell’arena, tanto è bugiardo e falsificatore della realtà durante i siparietti televisivi che ruotano attorno alla battaglia.
Katniss è una ragazza timida, piuttosto solitaria e introversa. Ma la trasmissione di pre-show condotta da Flickerman (Stanley Tucci) la rende completamente diversa. Popolare, aperta, amata. Katniss è costretta a recitare. A costruire una storia d’amore con Peeta per sopravvivere e per ricevere il favore del pubblico. Proprio per questo Hunger Games offre anche un interessante spunto di riflessione sulla società odierna. Oggi vediamo la cronaca e le interazioni sociali per lo più attraverso uno schermo. Il film invita a prendere coscienza della verità e imparare a distinguere chi siamo da come gli altri ci vedono. Questo vale sia per gli adolescenti che per i millenials che si sentono come costretti a vivere in un mondo in cui pagano le conseguenze di qualcosa che non hanno mai voluto.
Io non voglio che mi cambino. Che mi trasformino in quello che non sono. Non voglio essere solo un’altra pedina del loro gioco. Vorrei solo trovare un modo per dimostrargli che non sono una loro proprietà. Se proprio devo morire, voglio rimanere me stesso
Peeta Mellark
Hunger games parla di morte, di violenza bruta e senza filtri tra ragazzini e di una Panem in cui gli adulti non si fanno scrupoli a vederli mentre si ammazzano. Anzi, i ricchi di Capital parteggiano e scommettono su di loro, mentre si godono lo show. Perché, in effetti, gli Hunger Games sono uno spettacolo unico e straordinario. Le ambientazioni e i costumi della saga sono incredibili. La grande Capital City con i suoi austeri palazzi prende spunto dall’architettura fascista e strizza l’occhio a Metropolis di Fritz Lang e lo scenografo Philip Messina ha dato il meglio di sé nella creazione del mondo distopico di Panem.
Con maestria ha creato una sfarzosa e imponente capitale, distretti miseri e più connessi alla natura (come quello di Katniss), un ambiente militare e grigio per il distretto tredici della Cohen (Julienne Moore) , le trasmissioni televisive patinate, gli scenari durante e post guerra. Il lavoro dello scenografo è stato incredibile! Messina è stato un vero portento nel creare in maniera così sorprendente le sfumature di un mondo così vasto e vario e, allo stesso tempo, così’ fedele al romanzo della Collins.
Un altro elemento fondamentale per la lettura del film è quello dei costumi. Basta un fotogramma di Hunger Games per riconoscere la pellicola attraverso la moda della saga. I vestiti degli abitanti di Capitol City sono abiti da passerella di haute couture, combinano l’estetica degli anni 30-40 con le bizzarrie dell’ottocento, portate all’estremo. Grandi cappelli, ruches, maniche a sbuffo dai colori eccentrici, parrucche, trucchi esagerati: i ricchi del futuro distopico della Collins vestono così.
La costumista Judianna Makovsky ha rivelato di non aver preso come riferimento l’immaginario fantascientifico durante l’ideazione dei costumi. Ha pensato che sarebbe stato di forte impatto vedere persone ricche e così meschine, ricoperte di fiori, colori forti e ruches. Una delle sue ispirazioni è stata la stilista italiana Elsa Schiapparelli. Judianna Makowsky ha insistito sul fatto che gli abiti di Capital fossero completamente ricoperti di cipria e quasi senza sopracciglia. L’idea era quella di renderli spettrali e allo stesso tempo affascinanti. Il make-up, in quest’ottica, è una vera e propria maschera sotto cui nascondere il sadismo della società. Un mondo in cui si predilige l’apparenza alla sostanza. Per gli altri distretti, la costumista si è documentata molto su come si vestivano gli abitanti dei monti Appalachi tra gli anni ’30 e ’50.
Uno dei personaggi più creativi dal punto di vista dei costumi è quello di Effie ( Elizabeth Banks, anche produttrice della saga). I suoi outfits prendono spunto dalla Haute Couture Dior by Galliano e qualche tributo alle stole di Gucci. Per creare gli abiti di Effie Trinket la costumista si è sbizzarrita, grazie anche all’aiuto della stessa Elizabeth Banks che ha dato suggerimenti e consigli per realizzare il look “pazzo” del personaggio, attingendo anche ad abiti di Alexander McQueen e della House of Worth.
La moda è, a tutti gli effetti, al centro della storia. Una volta giunti in città ai tributi dei vari distretti vengono assegnati i rispettivi Stylists per realizzare gli abiti appositamente per loro. L’outfit è fondamentale per colpire il pubblico. Durante la parata dei tributi, in cui vengono presentati per la prima volta sullo schermo, i concorrenti indossano le creazioni che rappresentano il proprio distretto di provenienza. Katniss e Peeta, riescono a catturare l’attenzione della folla grazie ai loro costumi di fuoco, creati da Cinna ( Lenny Kravitz). Naturalmente, dietro quelle creazioni c’è la costumista Judianna Makowsky, pluricandidata all’Oscar nel corso della sua carriera.
Molti fan del libro, nonostante il grande effetto di colori e forme, sono rimasti delusi dalle scelte stilistiche della Makovsky, perché non sempre sono fedeli alle descrizioni del romanzo, come ad esempio la giacca di Katniss per andare a caccia. Nel libro, essendo di suo padre, le andava grande. Nel film le calza a pennello. Sicuramente l’abito più criticato è stato quello di “fuoco” indossato da Katniss in una intervista con Caesar. Ma la costumista ha dichiarato che i vestiti descritti dalla Collins funzionavano sulla carta, non sullo schermo. Ogni sua creazione è una sua interpretazione personale allo spirito della narrazione. Dietro ogni sua scelta, però, c’è stata l’ approvazione dalla scrittrice in persona. Il lavoro della costumista Judianna Makowsky , comunque, è stato pazzesco. Oltre a occuparsi dei personaggi principali, ha curato i look di ruoli minori e comparse. Si parla di più di 1800 capi!
Non mi è permesso scommettere, ma io scommetterei su di te
Cinna
Il primo capitolo della saga di Hunger Games è stato diretto da Gary Ross che aveva optato per l’utilizzato della camera a mano dando un look documentaristico alla pellicola. Questa scelta dava un senso di film-verità e un tocco di tensione, caratteristica che è andata persa con l’arrivo di Francis Lawrence nei sequel. Il primo film di Hunger Games è quello che sembra essere meno costruito, dà maggiormente un senso di reality show e dona allo spettatore la sensazione di essere catapultato in quel mondo così apparentemente lontano dal nostro.
Nella pellicola di Gary Ross le morti avvengono per lo più fuori scena e l’elemento splatter è quasi assente. Nonostante un tema molto simile sia stato affrontato nel film Battle Royale di Kinji Fukasaku nel 2000, l’elemento gore distingue nettamente i due film. Ross ha scelto di non dirigere gli altri capitoli della serie. La sua decisione è stata attribuita a diversi fattori, tra cui differenze creative e impegni professionali. Ha dichiarato che la rapidità richiesta per produrre i sequel poteva mettere a rischio la qualità del lavoro e che avrebbe preferito dedicare più tempo a ogni progetto. Inoltre, sembrava esserci un desiderio di esplorare altre opportunità cinematografiche.
Perché se noi bruciamo, voi bruciate con noi!
Katniss
La regia dei film successivi è stata quindi affidata a Francis Lawrence, che ha portato la sua interpretazione visiva alla serie. Nonostante il cambio di regista, la saga ha continuato ad avere successo al botteghino e a ricevere apprezzamenti per la sua fedeltà alla trama dei libri e per la resa cinematografica delle atmosfere distopiche. Lawrence ha gestito abilmente le sequenze d’azione, mantenendo l’energia e la suspense caratteristiche della trama. La sua capacità di dirigere sequenze visivamente coinvolgenti, come i momenti nei giochi o nelle scene di combattimento, ha contribuito a rendere i film avvincenti. Inoltre, ha guidato il cast in modo da ottenere interpretazioni notevoli, in particolare da Jennifer Lawrence nel ruolo di Katniss Everdeen.
Il regista ha affrontato anche sfide nel portare sullo schermo il complicato finale della saga, mantenendo l’impatto emotivo della storia originale. La scelta di Lawrence nel dividere l’adattamento dell’ultimo libro in due parti, sebbene seguendo una tendenza cinematografica dell’epoca, ha suscitato opinioni contrastanti. Alcuni lo hanno apprezzato per permettere una rappresentazione più approfondita della trama, mentre altri avrebbero preferito una singola conclusione più compatta.
Scelta giusta o sbagliata, una cosa è certa: Hunger Games è stato un successo. Tanto che a distanza di qualche anno dalla conclusione della saga, sta per arrivare nei cinema il prequel Ballata dell’Usignolo e del Serpente che ha come protagonista il giovane Coriolanus Snow. Sarà interessante poter vedere la nascita e la crescita dell’antagonista di Katniss e come la sua sete di potere lo abbia trasformato in un potente dittatore. Operazione di marketing? Sicuramente, ma anche una vera gioia per gli appassionati degli Hunger Games che potranno tornare a Panem e godersi questo nuovo viaggio senza Ghiandaia imitatrice.
[…] novembre, La ballata dell’usignolo e del serpente è l’ultimo film della saga distopica Hunger Games ed è ambientato 60 anni prima gli eventi con al centro Katniss Everdeen (Jennifer […]