Recensione del film Sopravvissuto – The Martian.

Con tracce di Exodus – Dei e Re ancora negli occhi, uscito dieci mesi fa, vediamo al cinema Sopravvissuto – The Martian, ultima opera di Ridley Scott, con la consapevolezza che di fronte a noi abbiamo l’opera di un regista legato alla fantascienza cinematografica in modo simbiotico, essendo il padre di Alien e Blade Runner. Questo naturalmente ci pone già in partenza nell’ottica di idee di aspettarci qualcosa di alto.

Sopravvissuto – The Martian si ispira al romanzo di Andy Weir, L’uomo di Marte, e racconta le vicende di Mark Watney, astronauta che, in seguito a sfortunate vicende, viene abbandonato dal suo team sul pianeta Marte. L’intreccio del film va dunque a divincolarsi in seguito a questo apparentemente irrimediabile avvenimento, nei tentativi di Mark di sopravvivere e fare ritorno a casa.

Ridley Scott sembra voler costruire e ricostruire una vicenda che il pubblico consideri possibile, non oggi ma domani, e dunque il suo intento diventa quasi documentaristico, un’opera che non vuole rimandare ad altro. Ne viene dunque naturale legare questo aspetto alle reali missioni spaziali, argomento attuale, e lascio a voi le supposizioni sulle possibili finalità propagandistiche o meno e l’impressione che può averne il pubblico dopo la visione del film.

A dargli una mano è Matt Damon, convincente e credibile, spesso solo in scena, nell’unica compagnia dei green screen, e dunque “costretto” a caricarsi il film sulle sue sole spalle. Di certo però Matt potrebbe essere un po’ meno sbadato e prestare più attenzione, è infatti la terza volta, con Salvate il soldato Ryan e Interstellar, che deve essere salvato, costringendo Hollywood a sborsare circa 345 milioni per lui.

Sopravvissuto – The Martian, insieme a Matt Damon, riesce in qualche scena di buon umorismo e ci sorprende con delle capacità di sopravvivenza fuori dal comune di un uomo fuori dal comune, per le sue nozioni e la capacità di applicarle in un contesto completamente sfavorevole, da cui deriva la libera traduzione italiana del titolo in Sopravvissuto, che diviene dunque pertinente.

Una parola buona da spendere va anche alle musiche, che accanto alla colonna sonora originale, vedono celebri pezzi della disco music, di origine diegetica, e uno scontatissimo Starman di David Bowie.The-Martian

La sceneggiatura, infine, riesce a essere intrigante nonostante la lunghezza del film, grazie ad una sua applicazione pedissequa alle regole della buona drammaturgia, in particolare nell’utilizzo degli ostacoli che si frappongono tra il protagonista e il suo obiettivo di fare ritorno a casa. Proprio questo è il gioco della sceneggiatura, a opera di Drew Goddard, che, durante la narrazione, va a giustapporre davanti a Matt Damon ostacoli via via più ardui e incredibili. Sta qui dunque l’interesse nello spettatore, ovvero nel vedere come possa superarli, in un continuo crescendo fino all’ultimo, al limite del possibile e del verosimile. Ma il bello è questo: le manovre aerospaziali al limite dell’immaginabile e tutto ciò che è fuori dall’ordinario, è ciò che più intrattiene il pubblico.

Riprendendo l’incipit e concludendo, ciò che si nota di “difettoso” nel film, sta soprattutto nell’aspettarsi di più da Ridley Scott e, di conseguenza a ciò che è stato detto, il non riuscire a prendere il pubblico nelle viscere.