Gli eventi storici hanno, apparentemente, una loro gerarchia secondo cui solo i fatti in grado di modificare vistosamente il futuro di una o più nazioni ottengono il dovuto spazio nei libri di storia. Fra gli avvenimenti che, loro malgrado, hanno ottenuto solo un breve paragrafo nella storiografia inglese spicca il massacro di Peterloo, avvenuto nella Manchester del 1819, a cui è dedicato l’omonimo film di Mike Leigh, in concorso alla 75° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Nonostante la vittoria di Waterloo, la situazione in Inghilterra non è buona: la disoccupazione aumenta, i raccolti soffrono, le restrizioni sull’importazione di cereali mettono a rischio anche la sopravvivenza quotidiana di un popolo che non ha diritto al voto e, nel caso di Manchester, che non ha neppure un suo rappresentante al parlamento. Il giovane soldato Joseph, ritornato stremato e sconvolto dalla guerra, sarà testimone delle assemblee popolari a favore della democrazia e della pacifica assemblea, svoltasi al St. Peter’s Field, tristemente finita nel sangue.
Mike Leigh torna a raccontarci la sua amata Inghilterra, realizzando una narrazione a scatola cinese, in cui incontri politici si intersecano con quelli di persone comuni e aspiranti oratori, per offrire allo spettatore una visione d’insieme chiara e dettagliata (di ben 154 minuti) sulle ragioni e decisioni che hanno reso celebre quell’assolato 16 agosto di due secoli fa.
La regia di Mike Leigh è ligia, ma fin troppo moderata. Per quanto, in questa narrazione – in cui non esiste alcun personaggio principale, se non la storia nella sua definizione più autentica – si possa intendere la sua consueta vicinanza ai più deboli, il suo sguardo rimane distaccato, come se il desiderio di riportare la verità fosse la sua unica priorità. È proprio nella totale mancanza di immedesimazione ed empatia che Leigh compie il suo più grave errore, tanto che anche all’apice del folle e insensato massacro di quegli innocenti dimostranti pacifisti, la stretta allo stomaco manca e l’unico pensiero possibile non può che volgersi al grave esempio di inettitudine e disumanità.
La bellezza visiva di Peterloo, in cui ritornano l’atmosfera e i colori già visti in Turner, si manifesta in tutta la sua vivida potenza anche grazie ad un’accurata scelta dei volti, destinati alla moltitudine di personaggi che prendono parte a questa rievocazione filmica, in cui spicca la performance di David Moorst (Joseph), che senza emettere parola riesce a condensare nel suo tenero sguardo l’orrore di un passato sempre presente.
Distribuito da Academy Two, Peterloo uscirà nelle sale italiane nell’inverno del 2019.