Come rimedio alla perdurante chiusura delle sale il cinema è ricorso alla modalità online per non  lasciare a digiuno gli spettatori da troppo tempo in crisi di astinenza filmica.
A provvedere alle quotidiane flebo di cinema, fornite direttamente a casa, sono le numerose piattaforme che assicurano la fornitura di tanti titoli vecchi e nuovi da vedere o rivedere su uno tanti dispositivi utilizzabili dagli utenti in maniera spesso personalizzata.
In questo servizio si distingue Netflix per la ricchezza dell’offerta e per la scelta mirata ai singoli spettatori in base ai gusti e all’età di ciascuno con tanto di guida alla scelta del prodotto da prenotare con l’indicazione non solo dei generi classici tipo commedia o fantascienza o horror, ma anche di sottospecie quali “film cupi europei” o “film di crudo realismo” o di “thriller sulla sopravvivenza” e ancora di “thriller psicologici” (un esempio dei quali è la miniserie in corso Dietro i suoi occhi, intrigante storia di un mènage a quattro realizzato con finezza dal regista Erik Strand sulla base dell’omonimo romanzo del quale arricchisce i risvolti e le sfumature con trovate originali).

Non è da meno la piattaforma Mubi la quale privilegia il cinema d’autore con una offerta che va dai classici della nouvelle vague francese a titoli di culto anni ’70 come El topo e La montagna sacra entrambi di Jodorovsky in forma di parabole visionarie tra magia e alchimia e più indietro nel tempo recupera capolavori del muto come l’espressionista Le mani dell’altro di Wiene  e gli imperdibili Sciopero di Ejzenstejn e L’ultima risata di Murnau.
Accanto a queste risorse un’altra soluzione è quella di poter accedere a film attualmente programmati  nelle sale di prima visione di molte città tramite il  nuovo sito iorestoinsala.it al prezzo del normale biglietto di ingresso.


Come si vede tanta roba e anche di buona qualità. Eppure tutto questo non basta, non basta perché andare al cinema non significa soltanto vedere un determinato film, significa compiere un improvviso detour dalla routine quotidiana dentro una sala cinematografica per ritrovarsi in una dimensione senza tempo e senza spazio dove non sappiamo a cosa andremo incontro.
Di un film non dovremmo sapere in anticipo niente per non perdere il senso di scoperta di cose inimmaginabili ricche di un fascino inspiegabile. Soltanto il grande schermo dentro la sala buia può farci immergere in una esperienza totale che non va guardata dall’esterno ma va vissuta in prima persona con il coinvolgimento di tutti i sensi. Pensiamo a quello che accade ad esempio quando vedendo La sottile linea rossa di Malick nella scena in cui la pattuglia striscia nel prato avvertiamo quasi che i fili d’erba visti in soggettiva dai soldati ci sfiorano gli occhi  in maniera tattile, oppure quando nella celebre scena della salita sul campanile di La donna che visse due volte sembra a noi di cadere risucchiati in fondo alla scala per effetto della combinazione carrello indietro più zoom avanti, effetto ingegnoso che procura la vertigine al protagonista e a noi con lui, un effetto che soltanto la visione sul grande schermo può funzionare emotivamente anche con noi spettatori.
Ma tant’è,in attesa di poter tornare al cinema accontetiamoci di guardare i film sulle piattaforme (magari senza vederli veramente).