Coup de Chance – letteralmente ‘colpo di fortuna’ – è il cinquantesimo film scritto e diretto da Woody Allen e presentato fuori concorso all’80esimo Festival di Venezia. In arrivo nei cinema italiani dal 6 dicembre, Coup de Chance ci riporta all’interno del brillante e beffardo universo di Woody Allen: un mondo in cui la fortuna diventa il tema sia centrale che di svolta e in cui – ancora una volta – si rimane colpiti da un finale ironicamnente senza precedenti.
Eravamo abituati alla grande mela, invece questa volta siamo catapultati nell’affascinante Parigi, fatta di pranzi al parco e tipici caffè d’epoca.
Un luogo molto amato da Woody Allen che, dopo avercela mostrata in Tutti dicono I Love You nel 1996 e in Midnight in Paris nel 2011, torna per ambientare la sua commedia-thriller.
Coup de Chance in verità è il primo film girato interamente in lingua francese e la trascinante storia prende vita quando Fanny (Lou de Laâge) incontra per le vie di Parigi Alain (Niels Schneider) un suo vecchio compagno di classe del liceo diventato scrittore. Alain è semplice e diretto, la coinvolge poco a poco iniziando a chiederle di riallacciare i rapporti tra una pausa pranzo e l’altra. Fanny, in realtà è sposata con Jean (Melvil Poupaud) e vive una tranquilla vita di una coppia. Entrambi sono professionalmente affermati, vivono in uno splendido appartamento parigino di creazione haussmaniana – e cosa ancora più importante – sono innamorati.
Fanny, però, rimane colpita dall’incontro con Alain in quello stesso istante in cui l’ex compagno di scuola le rivela di aver sempre provato un forte sentimento nei suoi confronti. Da qui in poi i due iniziano a vedersi, e la storia si arricchisce con un triangolo amoroso, ma il caso determinerà una serie di evoluzioni inaspettate.
Coup de Chance è un film in cui i dialoghi si accompagnano a primi piani espressivi con protagonisti dallo sguardo assorto. Gli ambienti parigini si alternano tra spazi all’aperto e al chiuso in cui la fotografia scalda alcune scene con una più fitta luce solare, come nell’appartamento di Alain.
Coup de Chance ci mette di fronte agli occhi tre protagonisti estremamente eterogenei, in cui albergano dissimili concezioni di affrontare la vita. Basti pensare a Jean che si lascia travolgere dal desiderio di controllare ogni aspetto della propria esistenza, oppure ad Alain che affronta ciò che gli accade con molta più semplicità, inseguendo la strada battuta dalla sorte.
A differenza dei due, Fanny è un personaggio moderatamente inquieto che si rapporta con la sua situazione di moglie ricca e annoiata. Ognuno dei tre è investito da una discutibile fortuna e considerando ciò che succede, sembra che il regista voglia soffermarsi proprio sull’incontrollabilità del caso. Quest’ultimo in diretta contrapposizione con quell’idea, forse troppo idealistica, che la fortuna possa essere in qualche modo tenuta a bada dall’uomo di potere.
Un punto di vista che ci riporta facilmente alla memoria la voce fuori campo in Match Point (2005) e la celebre frase “Chi disse: “Preferisco avere fortuna che talento“, percepì l’essenza della vita”. Questa volta Woody Allen ha rifatto centro seppur rimettendo in gioco un tema già affrontato più volte, condito con delle leggere note thriller.
C’è da dire che Coup de Chance è scorrevole e al suo interno riemerge la fortuna come qualcosa di intangibile e sfuggente, eppure fondamentale per ognuno di noi.
Come se il bello della vita risieda proprio in ciò che non si può nè prevedere ne controllare.