Cos’è la paura se non uno stato emozionale derivante dall’inconscio. Uno stato di apprensione costante che si manifesta nell’immaginario personale come rappresentazione di un pericolo potenzialmente letale.
In questo contesto il genere thriller, ma soprattutto l’horror è ciò che meglio rappresenta la stato d’animo della paura.

Negli ultimi anni sono state create tante serie horror, ma poche hanno catturato realmente il pubblico nonostante abbiano puntato su spietati protagonisti.
Assassini perfidi e perversi – reali o soprannaturali – che prendono di diritto la vita delle loro vittime lasciando una scia di terrore e violenza e diventando protagonisti di storie che sembrano non finire mai.

Nell’arco di circa dieci anni ci sono stati assassini che hanno affascinato e mantenuto le aspettative di pubblico all’interno di alcune serie famose, formidabili e terrificanti. Che siano continuative o autoconclusive, ognuna di queste seria ha una buona dose di follia: American Horror Story, Slasher, Scream, Hannibal e NOS4A2.

Scream

Riprende i famosi capitoli della saga di Wes Craven che è stato anche produttore esecutivo della prima stagione. Disponibile su Netflix con la prima e la seconda stagione, Scream non riesce a mantenere appieno lo stile dei film e se ne discosta per il fatto di essere ambientata in un clima più adolescenziale.
Non c’è tempo per le presentazioni nella cittadina di Lakewood, l’apparente tranquillità dura pochissimo e fra non molto si compiranno una serie di omicidi.

Se nei film si giocavano dei preliminari telefonici di “pre-uccisione”, nella serie si aggiungono video online e canali social a condire una brutalità che già abbiamo conosciuto.
In una cornice nostalgica, con protagonisti adolescenti, si consuma un omicidio dopo l’altro con classico effetto sorpresa e alcune dinamiche narrative ricordano quelle dei film. Nel suo essere sanguinoso e violento tuttavia nella serie Scream l’effetto sorpresa è a tratti prevedibile.

American Horror Story

Non è solo una serie antologica fatta dai più disparati racconti, è un prodotto intelligentemente pensato che riesce – dal 2011 – a mantenere tutta la sua carica orrorifica senza cadere troppo nel banale.
Creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk, AHS racchiude in sé una miriade di tematiche: apocalisse, manicomi inquietanti, case infestate, mostri itineranti, hotel e campeggi in cui aleggiano serial killer. Talvolta ci sono forze oscure soprannaturali e in altri casi personaggi che riportano alla memoria spunti di storie realmente accadute.

Ecco che gli assassini riprendono vita: siano essi dei fantasmi come James Patrick March e il suo gruppetto assortito di amici festeggianti “la notte del diavolo” oppure reclusi come Bloody Face (stagione due) o fuggitivi come mr. Jingle (stagione nove).
AHS si diverte a giocare con le epoche e con la fantasia macabra che abbraccia ogni epoca e in cui si inserisce sempre un indizio, un personaggio – in alcuni casi ricorrente – o una citazione.

Ogni stagione ha i suoi nomi e i suoi riferimenti alla cronaca nera e ogni cattivo ha delle caratteristiche ben definite. L’estetica in certi casi è predominante: basti pensare alle atmosfere dell’Hotel Cortez. Tra un corridoio “alla Shining“e degli omicidi “alla Seven“, la serie si diverte a ricordare allo spettatore che l’orrore appartiene ad una storia ben precisa e che si trova ad un passo dalla realtà.
È una serie che affascina e diverte gli amanti sia dell’horror che del sottogenere slasher. Quest’ultimo si delinea più marcatamente in una nostalgia che risale ad Halloween e Venerdì 13 e che sta tutta in AHS1984!

Slasher

È una serie in cui fioccano coltelli. Creata da Aaron Martin e distribuita in Italia da Netflix dal 2017, è un prodotto che non nasconde troppi misteri o segreti: è così come lo si vede,semplice.
C’è un assassino certo, ma nulla di ultraterreno o mostruoso.

È anch’essa una serie antologica e – per ora – le stagioni sono soltanto tre: L’Esecutore, Colpevole e Solstizio.
In tutte e tre è centrale la presenza di un killer dal volto incappucciato e da maschere fatte di neon, che ricorda un po’ Scream per suspense e outfit total balck, ma non si fa difficoltà a notare un certo riallacciarsi al film So cosa hai fatto.

Slasher è un pò un crescendo: parte da una prima stagione non proprio brillante e abbastanza prevedibile per passare ad una seconda e terza già più fruibili.
Variegata ma non troppo brillante, la serie ha i suoi alti e bassi e nonostante tutto vale la pena dare un’occhiata, se si è amanti del genere.

Hannibal


In fatto di assassini vale la pena citare anche la serie tv Hannibal sebbene non appartenga al genere horror, ma più propriamente al thriller.
Tratta dai libri di Thomas Harris e scritta per la tv da Bryan Fuller, Hannibal si compone di sole tre stagioni prodotte tra il 2013 e il 2015.

Violenta e disturbante, la serie conserva una connotazione a metà strada tra fascino, orrido e perverso.
Il tormentato profiler Will Graham (Hugh Dancy) è in grado di entrare in contatto con i serial killer traducendo ogni gesto in significati più comprensibili. Una dote, questa, che lo porta sulla soglia di un disagio psichico mettendolo sulla stessa strada del dottor Lecter (Mads Mikkelsen).
Da qui inizia il legame medico-paziente che collega i due protagonisti in una oscura rete di morte.

La serie è spiazzante, fortemente macabra e affascinante per via di un protagonista brutalmente violento, spaventosamente intelligente e carismatico. Hannibal si divide tra caccia ai serial killer e assassino insospettabile. Una doppia strada che allacciandosi alla dimensione onirica e psicanalitica mantiene alta l’attenzione e la curiosità: condizioni necessarie per un thriller di tale portata.

NOS4A2

Parte bene e poi rallenta un po’ troppo. Tratta dall’omonimo romanzo di Joe Hill, figlio del re della letteratura horror Stephen King.
Una serie che promette bene in prima battuta, salvo poi arrancare nella seconda stagione con momenti che sembrano allungare un po’ troppo una minestra che è stata già assaggiata e digerita. Nonostante tutto la storia è estremamente interessante e fantasiosa al punto giusto.

Tutto è giocato nella mente di Charlie Manx (Zachary Quinto) e nella sua malefica Christmasland, luogo in cui vengono portati gli ignari bambini rapiti dallo stesso Manx che si nutre delle loro anime. Bambini che non restano innocenti troppo a lungo: predatori assetati di sangue che giocano a “forbicine assassine” e sorridono mostrando i loro denti affilati come rasoi.
Interessante è la presenza della protagonista femminile Vic McQueen (Ashleigh Cummings) che è in continua lotta contro la malefica figura di Manx che oltre a rapire uccide chiunque si trovi a intralciare il suo percorso.

Fantasiosamente raccapricciante, NOS4A2 funziona e scorre anche molto bene per ciò che riguarda il conflitto tra protagonista e antagonista, ma diventa ripetitiva nella seconda stagione. È interessante come all’interno di un prodotto horror si vadano ad inserire tematiche di drammi famigliari quali il legame madre-figlio/a e il conflitto padre figli. Per il resto peccato non conoscere ulteriori sviluppi di NOS4A2 poiché è stata sospesa alla fine della seconda stagione.