Film d’autore e film fondamentali per la storia del cinema, disponibili in streaming su Netflix, Amazon Prime e Chili

Gli anni 70 non erano solo pantaloni a zampa e “Happy Days”. Tra le sonorità psichedeliche dei Pink Floyd e cascate di paillettes, grandi autori come Coppola e Kubrick lasciavano i loro nomi impressi nella storia del cinema. Se ve li siete persi, niente paura, oggi le piattaforme streaming offrono un’ampia scelta di cinema autoriale che potrete gustarvi direttamente a casa vostra.

I film d’autore anni ’70 disponibili su Netflix

IL PADRINO

Inizia nel 1972 il lavoro di Francis Ford Coppola su quella che sarà la sua acclamatissima trilogia su mafia e malavita. La storia di Don Vito Corleone ha fissato nel tempo non solo un modello per il genere gangster ma anche i grandi nomi di Marlon Brando e Al Pacino, divenuti simboli di attorialità. Premiato come Miglior Film, Il Padrino, è un irrinunciabile Cult.

 MEAN STREETS

Siamo nel 1973 e questo è uno dei primi lavori di Martin Scorsese, nonché la sua prima collaborazione con un giovanissimo Robert De Niro. Una pellicola essenzialmente acerba ma sicuramente fondamentale per il fortunoso percorso del regista, che qui ci consegna la sua personalissima visione della Little Italy americana, fatta di slang, religione e asfalto.

WILLY WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Di tutt’altro genere è invece il singolare lungometraggio di Mel Stuart, reso celebre dal famosissimo comico Gene Wilder nel ruolo, diventato ormai iconico, dello svitato cioccolataio. Ruolo che sarà ripreso poi (2005) dal moderno trasformista Johnny Depp, stavolta diretto da Tim Burton. Il film del 1971, diventato ormai un Cult cinematografico, s’ispira al romanzo di Roald Dhal e venne sovvenzionato dalla Quaker Oats Company di Chicago per lanciare sul mercato una nuova barretta di cioccolato.

LA FEBBRE DEL SABATO SERA 

Del 1977, Saturday Night Fever consacra la figura di John Travolta sul grande schermo; iconico nel ruolo di Tony Manero, il cinico ballerino in abito bianco che diventerà un’icona di stile, Travolta segna un’epoca, strega un’intera generazione. Un film ritmato e adrenalinico, che ci restituisce il brivido del sabato sera in discoteca attraverso la cinepresa di John Badham che riporta passione, violenza e voglia di affermarsi il tutto condito con le musiche dei Bee Gees.

SUSPIRIA 

Grande cult di Dario Argento, maestro italiano del terrore. Il lungometraggio del 1977 è il perfetto contatto tra reale e irreale. Suoni e silenzi scivolano sui colori accesi della pellicola, colori che sembrano prendere vita con la fotografia di Luciano Tovoli. Una dimensione altra, una paura tangibile che si consuma in una scuola di danza che nasconde un oscuro segreto.

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 LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO

Diretto da Elio Petri nel 1971, questo lungometraggio, premiato con la palma d’oro al Festival di Cannes come miglior film, mostra l’alienazione del lavoratore in fabbrica e la ribellione ai ritmi estenuanti. Petri, con lo sceneggiatore Ugo Pirro, dirige un grande Gian Maria Volontè, perfettamente calato nel ruolo dello stakanovista. Da ricordare l’azzeccatissimo accompagnamento musicale di Ennio Morricone che compare anche in un cameo nel finale del film.

HAROLD E MAUDE

Incentrato anch’esso sull’isolamento e la solitudine dei protagonisti ma in un contesto del tutto diverso rispetto alla pellicola precedente, il film di Hal Ashby del 1971, racconta due modi di vivere totalmente opposti che, nonostante tutto riescono a trovare un punto d’incontro e persino l’amore. Una settantanovenne ed un diciottenne si trovano, per poi perdersi, in un racconto di vita, morte ed inadeguatezza.

LO SQUALO

Del 1975, diretto da un giovanissimo Steven Spielberg, è un thriller che si consuma sulle spiagge dell’immaginaria isola di Amity. Con il maggiore incasso nella storia dell’epoca ed i suoi tre premi Oscar Jaws (titolo originale della pellicola) è spesso ricordato come uno dei migliori film di sempre, trampolino di lancio per l’acclamatissimo regista. Lo Squalo è stato il primo thriller che ha sapientemente sfruttato l’elemento marino come sfondo per l’immensa paura dell’ignoto, ha avuto tre sequel ma nessuno con la partecipazione di Spielberg.

 L’ASSASSINIO DI UN ALLIBRATORE CINESE

Di John Cassavetes, il gangster movie datato 1976 ci porta in una Los Angeles fatta di night club, malavita e gioco d’azzardo. Totalmente suis generis, il lungometraggio con protagonista Ben Gazzara, conquista sicuramente il suo posto nella storia del cinema stravolgendo i cliché che hanno sempre caratterizzato il genere noir.

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ARANCIA MECCANICA

Considerato uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, il lungometraggio onirico e rabbioso di Stanley Kubrick ha decisamente segnato questa decade. Curata nei minimi dettagli dallo stesso Kubrick in veste di scrittore, produttore e direttore, questa pellicola del 1971 riesce a dare un elevatissimo senso estetico e musicale all’ultraviolenza che caratterizza i protagonisti, i cosiddetti Drughi. Accompagnate dalle musiche classiche di Rossini e Beethoven le gesta dei ragazzi vestiti di bianco all’epoca destarono scalpore e riluttanza per l’estrema ferocia. Malcolm Dowell nelle vesti del protagonista Alex riportò addirittura danni fisici durante le riprese per la sua totale immedesimazione.

FRANKENSTEIN JUNIOR

Da una strana idea di Gene Wilder, accolta dal regista Mel Brooks, nel 1974 nasce una nuova vita per il classico Frankenstein. Partendo dall’originale horror fantascientifico di James Whale (1931) Brooks e Wilder ne ricavano una pellicola del tutto nuova, divertente, ma mai banale. Una commedia divenuta un Cult cinematografico che si allontana dall’originale visione di Frankenstein ma allo stesso tempo ne rimane legato grazie ad un lavoro paziente e meticoloso. La scelta del bianco e nero, la fotografia volutamente anni 30, così come le musiche utilizzate per le colonne sonore dell’epoca ma soprattutto la presenza di Kenneth Strickfaden, esperto di effetti speciali sul set del film di Whale, creano quel filo che lega le due pellicole a distanza di anni.

 TAXI DRIVER 

Il capolavoro di Martin Scorsese, datato 1976, esaltato dalla magistrale interpretazione di Robert De Niro, perfettamente a suo agio nel genere noir e ricordato dai più per il suo discorso davanti allo specchio “Ma dici a me?” divenuto celebre. Il ritmo del film è dettato dall’insonnia del protagonista che apre le porte alla vita notturna di New York attraversandola col suo taxi. Alienato, psicotico e lontano dal mondo Travis (De Niro) si getta in una personalissima missione per contrapporsi a quella società ipocrita che non aveva mai sfidato.