Alla edizione numero 40 del Torino Film Festival, c’è spazio soprattutto per il cinema di genere e per le storie più intime e personali. È a questo che ci potremmo ricollegare per parlare de La hija de todas las rabias, opera della regista nicaraguense Laura Baumeister de Montis.
Le pene che passano i protagonisti di questa tragica parabola aprono uno scorcio che ci consente di vedere il riflesso della vita nascosta e impercettibile dei meno fortunati.
È della loro vita che si parla in quest’opera, a testa alta e senza mai cadere nell’autocommiserazione, guardando al futuro con gli occhi accesi, bramando il riscatto.
Con il frequente uso di campi lunghi e riprese poco illuminate, la cinematografia del film cattura senza dubbio la desolazione e l’isolamento che sperimenta sulla sua pelle la giovane protagonista Maria (Ara Alejandra Medal) a soli 11 anni. Facendo fatica a mediare tra la sua voglia di godersi l’infanzia e la consapevolezza del lavoro che deve svolgere per aiutare sua madre Lilibeth (Virginia Raquel Sevilla Garcia), Maria ci mette ben poco ad essere sovrastata da tutto ciò che la circonda. Vivendo in condizioni inospitali, la bambina sa che è suo dovere dare un contributo, seppur con fatica e sudore, andando contro le normali dinamiche giocose e spensierate che, ad 11 anni, dovrebbero essere la normalità.
La hija de todas las rabias è un film ricolmo di dolore, ben girato e dall’estetica del tutto suggestiva, mostra con il suo realismo “magico” uno squarcio nella vita degli emarginati.
Laura Baumeister de Montis, la prima regista donna in Nicaragua, ha tratto ispirazione per la sua storia dalla sua esperienza personale, insegnando ai bambini a leggere e scrivere. Il film crea un ponte immaginario che ci connette con la natura, mediando tra il mondo animale e quello umano, in un universo immaginario che vive di una misteriosa armonia.
È un ritratto intimo di una famiglia spezzata, una storia di sopravvivenza in cui la madre è tenuta ad insegnare a propria figlia come essere coraggiosa, mettendosi allo stesso tempo nelle condizioni di soffrire situazioni penose pur di garantirsi un tetto sotto cui dormire.
Le scene più agghiaccianti ed esplicite del film sono dure e destabilizzanti, ma purtroppo non chissà quanto distanti dalla realtà. Trattasi di un racconto sofferto, lento e avvilito, che ritrae lo stato d’animo infranto di una bambina che vede sì le sue certezze sgretolarsi, ma anche la crescente necessità di ricavarsi risposte in autonomia, senza aspettare che sia la vita a fornirgliele.
In definitiva, La hija de todas las rabias è una pellicola che colpisce molto forte dentro il cuore dello spettatore. Senza essere una visione facile, il film offre una narrativa impattante, che porta con sé dei messaggi sociali importanti.
Le performance delle due protagoniste sono decise e ben coordinate, canalizzando l’attenzione sulla tragedia e sull’importanza del sapersi relazionare ad essa nel miglior modo possibile.
Capace di catturare l’attenzione sin dall’inizio, La hija de todas las rabias ti trascina al suo interno e i due personaggi principali ti fanno entrare in uno stato d’empatia grazie al quale la regista Laura Baumeister de Montis riesce facilmente a veicolare il suo messaggio.
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