Ispirato alla biografia del rapper Xatar, Rheingold di Fatih Akin racconta i ricordi di una vita difficile tra guerra, immigrazione, droga, malavita e musica.

Quella di Rheingold è una lenta scalata al successo, un percorso iniziato dal basso, anzi da una caverna, in cui nasce il protagonista, tra gli orrori della guerra, fino alla consapevolezza e la sudata fama.

La vita raccontata nella pellicola è quella del rapper Giwar Hajabi, in arte Xatar, a cui presta il volto l’attore Emilio Sakraya.
Il film è un lungo flashback sulla vita del protagonista, che vediamo da subito stipato in uno stanzone insieme ad altri prigionieri curdi, in un carcere siriano dove le torture sono di casa, per poi tornare al 1979, all’Iran e alla sua famiglia. Un padre musicista, e compositore, una madre che l’ha dato alla luce mentre combatteva per la libertà, sotto le bombe.

Non c’è nulla di semplice nella sua vita e in questa pellicola, che viaggia insieme a questa famiglia, prima migrata in Francia e poi in Germania, solo per poter vivere ancora. E’ a Bonn che Giwar cresce, vede la sua famiglia sgretolarsi, dopo l’abbandono del padre, e lì non sembra esserci nulla per lui se non il crimine. Videocassette porno copiate e droga, che da un piccolo spaccio adolescenziale lo porta al grande smercio di cocaina. Giwar cresce, diventa un uomo e sembra aver iniziato una scalata che lo condurrà inevitabilmente verso il baratro. Entra ed esce di prigione fino a restarci per molto, dopo un colpo che puntava addirittura all’oro.

Qual è il tuo primo ricordo? Il mio è quando ero in carcere con i miei genitori

E questo la madre lo sa, quando lo chiama Giwar, letteralmente nato dalla sofferenza. Questo è stato il suo inizio, ma non è detto che sia la sua fine, perché una volta che si tocca il fondo si può solo risalire. E lui lo fa.

Una pellicola ad alta tensione che racconta una vita incredibile, mai clemente, fatta di espedienti e brutti giri, per poi trovare la strana quiete della cella per poter tornare alle origini, quelle musicali con cui suo padre l’ha cresciuto.
E’ lì che Xatar compone e registra il suo primo CD, con l’attrezzatura che riesce a procurarsi e con la testa sotto ad una coperta.

Quella di Rheingold è una storia di riscatto, arrivato proprio quando tutto sembrava perduto, finito, fermo. E forse è proprio quel fermarsi ad aver dato il giusto peso alle cose, lontano dalle bombe, dalle torture, dai crimini che ha sempre visto e vissuto.

La musica è il filo rosso di tutto il film, prima con suo padre e poi con lui, diversissimi ma figli dello stesso mondo e legati da quel Rheingold di Wagner che per il padre era l’arrivo e per lui un punto di partenza per costruirci sopra una nuova vita.

Fatih Akin, già conosciuto con La sposa turca, racconta con estrema accuratezza, ed un tocco a volte ironico, la disperazione, la crudeltà esplicita, la fuga e l’arrivo di chi dal niente riesce ad arrivare in alto.