“Perché amiamo la fantascienza, abbiamo amato mostri e alieni fin da giovani, amiamo gli effetti speciali e amiamo Spielberg”. 

J.J. Abrams

È il 1979, quando una misteriosa creatura imperversa in una piccola città dell’Ohio e un gruppo di ragazzi si assume il compito di capire cosa sta succedendo: questa è l’ambientazione di Super 8, film uscito nel 2011 e firmato dal regista J.J. Abrams e co-prodotto da Steven Spielberg.

Il film è un magnifico lavoro ispirato alle opere di Spielberg degli anni ’70 e ’80 come Incontri ravvicinati del terzo tipo, Indiana Jones, ET, Poltergeist e I Goonies ed è sorprendentemente uno dei prodotti mediatici anticipatori di una scia nostalgica che solo qualche anno dopo, precisamente nel 2017, il sociologo Zygmunt Bauman affronta nel suo libro intitolato “Retrotopia”:  con il ritorno prepotente degli anni ‘80, della sua musica e della sua estetica, cui fenomeno principale è la serie Stranger Things di Netflix, Super 8 è tra le prime operazioni di recupero nella decade che installa il pubblico verso una rotta invertita nel passato, dove non si cerca più il progresso ma si aspira alla comfort zone di quello che fu.

Super 8, sinossi e personaggi del film

Come quasi tutti i film e le serie tv di J.J.Abrams, Super 8 inizia in media res, catapultando lo spettatore nel pieno della storia: si sa che c’è stato un incidente e si prosegue con il funerale, dove si scopre che è della madre di Joe e moglie di Jack. Qui il tono triste viene smorzato da Charles, Preston, Martin e Cary, gli amici di Joe, che raccontano del film che volevano girare.

Nel frattempo arriva Louis Dainard, creando scompiglio perché ritenuto responsabile della tragica scomparsa.

Avviene un improvviso cambio di scena che stravolge il tono della pellicola. Si è quattro mesi avanti nella storia e da subito si nota una fotografia non più blu-fredda (alla Cold Case) e nella storia viene presentata Alice, figlia di Dainard, che viene scelta per il ruolo della moglie del protagonista nel suo film horror amatoriale di Charles, girato con una pellicola Super 8. 

I ragazzi iniziano a girare il loro film in una stazione ferroviaria quando un treno dell’aeronautica passa a tutta velocità e deraglia a causa del professore di biologia Dottor Woodward dei ragazzi, che ha una “storia” con il carico.

L’incidente libera anche una misteriosa creatura che inizia a causare strani eventi spaventosi intorno alla città di Lilian, Ohio, con una popolazione di 12.000 abitanti. Le autorità locali sono sopraffatte, lo sceriffo scompare e Jack Lamb (il padre di Joe) deve prendere il controllo insieme all’esercito che viene rappresentato dal Colonnello Nick Charles. 

Se all’inizio i ragazzi hanno in mente solo di tenersi alla larga da questo pasticcio, Joe rimane attratto dal mistero e alla fine arriva a capire la situazione e ad avere un incontro emozionante con il mostro.

Soggetto e sceneggiatura sono frutto del lavoro di J.J. Abrams ma, secondo diverse interviste rilasciate, c’è il suo zampino anche nella scelta degli attori: Joel Courtney è Joe Lamb, che si occupa della cinepresa e degli effetti speciali, Riley Griffiths è il regista Charles Kaznyk, un appassionato di horror ispirato dal lavoro di George A. Romero, Gabriel Basso è Martin, scelto come protagonista del film e che tende a vomitare quando è nervoso. Ryan Lee interpreta il performer di zombie piromane Carrie, Zack Mills è il nervoso Preston ed Elle Fanning è Alice Dainard, la cui peculiarità è il talento alla guida anni prima di poter ottenere la patente. Kyle Chandler interpreta il padre di Joe, Jack, un vice sceriffo locale. Ron Eldard è il padre problematico di Alice, Lewis.

 J.J. Abrams, il regista tra mistero, amicizia e vulnerabilità 

Super 8 è un bellissimo film per i dettagli tecnici che ne costituiscono la ciliegina sulla torta: la colonna sonora è assolutamente incredibile e evoca tutte le giuste sensazioni fin dalla prima scena, mentre i lens flares sono un omaggio alla filmografia di Spielberg e che, contemporaneamente, smorzano la CGI rendendola più realistica con le luci naturali.

Il tono della pellicola è bilanciato molto bene, ci sono momenti divertenti grazie ai dialoghi, ma non ci si scosta dall’horror e dalla morbosità del mistero, superando i limiti dei film precedenti appartenenti al genere teen-mystery. La sequenza dell’attacco dell’autobus offre il primo vero sguardo al mostro ed è anche sicuramente l’apice dell’orrore nel film, dove la maggior parte dei soldati viene demolita brutalmente. Non manca, però, il bilanciamento comedy grazie alla reazione di Martin.

Inoltre, J.J. Abrams costruisce il mistero molto bene, perché non rende il mostro una semplice macchina di distruzione. L’alieno ha un suo percorso in mente e lascia tracce non solo distruggendo ed attaccando la gente, ma spaventando gli animali della città, raccogliendo oggetti in giro e via dicendo. Il mostro viene sempre oscurato, o non inquadrato mai sul serio, se non quando viene umanizzato, verso la fine del film.

Un’altra caratteristica interessante è come in una particolare scena, si possa leggere qualcosa di meta filmico. Ad esempio, nella scena dell’incidente del treno ci rendiamo subito conto che sia impossibile sopravvivere ad un disastro del genere, dunque lo scontro del treno con il pick up è esagerato e ridicolo appositamente perché l’idea è quella che il pubblico stia assistendo al tutto come i ragazzi lo descriverebbero se dovessero raccontarlo a qualcuno: multiple esplosioni, carri cisterna che volano per aria, loro e i loro amici che schivano i rottami. Ed è una lettura che ha molto senso, visto che i ragazzi stavano girando un film.

Sebbene sia un film sui giovani registi e su un alieno in fuga, Super 8 è anche una storia sull’affronto del lutto di una persona cara. Joe e Jack non sono gli unici personaggi colpiti da questo incidente, anche il padre di Alice, Lewis, si sente responsabile.

Joe e Jack non hanno il legame che Joe aveva con sua madre, Jack non capisce suo figlio, non comprende la sua passione per il cinema e il trucco, e in generale le loro interazioni non vanno bene. La loro situazione si riflette su ciò che accade in città: proprio come Joe prima poteva fare riferimento su sua madre mentre ora no, la città poteva contare sullo sceriffo mentre ora è Jack ad essere il punto di riferimento. E mentre Jack si impegna immediatamente per la gente della città, ci mette un po’ di più per prendersi cura di suo figlio. Nel frattempo, c’è cattivo sangue tra Jack e Lewis per ciò che è successo alla signora Lamb e questo dà problemi anche per la dinamica tra Joe e Alice, che però cercano di non fare gli stessi errori dei due papà.

C’è materiale emotivo, se così si può chiamare, anche tra il resto della crew amatoriale: Joe e Alice iniziano ad andare molto d’accordo perché entrambi possono relazionarsi tra loro, ma Charles ne è chiaramente geloso. Alice aiuta Joe a tenere testa alla prepotenza di Charles e riesce anche ad essere la forza trainante per il riappacificamento dei loro genitori.

Super 8 sicuramente lascia una lezione: il mostro alieno deve essere distrutto, ha bisogno di essere trattato con compassione, e Joe è in grado di farlo. J.J. Abrams descrive l’alieno come una metafora per il dolore che Joe sta provando, deve affrontarlo per poter andare avanti con la sua vita. Durante tutto il film, Joe tiene stretto un medaglione con una preziosa foto che sua madre indossava sempre ma, negli ultimi istanti, Joe riesce a lasciar andare il gioiello e lo spettatore può cogliere una rappresentazione visiva della sua pace ritrovata, del suo amore per la madre che non lo terrà più bloccato, anzi liberato.

Questo punto di vista funziona perché è un momento meraviglioso, due esseri viventi con un dolore immenso che creano un legame, riuscendo a capirsi reciprocamente e rendendosi conto che possono superare le cose negative accadute nelle loro vite. E questo succede dopo il loro incontro ravvicinato, dove l’alieno e Joe condividono e sentono il dolore l’uno dell’altro, dove si mostrano vulnerabili. Un po’ come i genitori di Alice e Joe, che solo mostrandosi vulnerabili riescono a trovare una soluzione ai loro immensi dolori.