Con We Are Who We Are, Luca Guadagnino porta sul piccolo schermo il suo modo originale di fare cinema, stavolta raccontato in otto episodi. Una serie-tv di formazione di 8 puntate, con protagonisti due adolescenti nel pieno della scoperta di se stessi e degli altri. Guadagnino, un italiano in America, vista la sua fama ottenuta all’estero come accade per molti, porta ancora una volta gli americani in Italia, mostrandoci una piccola fetta della grande mela, in una base militare a Chioggia.
We Are Who We Are si muove in un dualismo che pervade ogni tematica, tra dentro e fuori, America ed Italia, disciplina e libertà, conformismo e gender fluid. Prodotta da Sky e HBO, We Are Who We Are sarà disponibile in Italia, dal 9 ottobre, in esclusiva Sky ed in streaming su NOW TV.

We are who we are: gli adolescenti secondo Luca Guadagnino

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Attraverso l’innocenza sgraziata tipica degli adolescenti, Guadagnino ci mostra la sua personalissima versione della serialità teen, stravolgendone i tipici caratteri, a cui siamo ben abituati, e consegnandoci un’atmosfera pura e potente, comprensibile al più vasto pubblico. Se We Are Who We Are, ai più ricorderà il celebre titolo di Guadagnino Chiamami col tuo nome sia per tematiche adolescenziali che per le ambientazioni tutte italiane, già dal primo episodio ci rendiamo conto che stavolta il regista stia andando in tutt’altra direzione. Il sottotitolo Right Here Right Now ci riporta con i piedi per terra, lontano dagli ovattati anni ’80 della pellicola con Timothée Chalamet, in un ben più vicino 2016 con un imminente Trump nei maxi schermi sullo sfondo.
Il mondo militare fatto di disciplina e rigore, fa da contraltare alla frenesia giovanile, gli amori, le amicizie, gli azzardi e gli eccessi. Un binomio perfettamente bilanciato di regole e trasgressioni, guerra e feste, divise e bikini per cui l’omologazione dell’esercito stride con quella fluidità di genere che scorre per tutti gli episodi. Se già con Derry Girls, la teen comedydi Lisa McGee, la guerra aveva fatto il suo ingresso sulla scena giovanile, qui Guadagnino alza la posta non relegandola ad un mero sfondo ma trascinandola in primo piano. I protagonisti vivono e corrono tra i soldati scontrandosi con un mondo altro che risulta tanto vicino quanto lontano dal loro. La ricerca di un’identità di genere e di un proprio posto nel mondo è resa con una grazia e semplicità che si riversa negli azzeccatissimi fermo-immagine che colgono ogni dettaglio della tumultuosa vita dei ragazzi.
Con scelte non convenzionali, accompagnate da una colonna sonora mai omogenea, che spazia da Neil Young a Calcutta, quasi a riproporci quell’incertezza e dinamismo adolescenziale, We Are Who We Are ridefinisce il genere teen creando un prodotto fruibile anche da un pubblico più adulto.

We are who we are: trama primo episodio

serie tv luca guadagnino

Il primo episodio di We Are Who We Are si apre senza mezzi termini, presentandoci da subito il protagonista Fraser (Jack Dylan Grazer) con capelli platino e smalto sulle unghie, eccentrico quanto basta per attirare l’attenzione del pubblico. Appena atterrato in Italia con la madre Sarah, (Chloe Sevigny), comandante della base militare e la sua compagna Maggie (Alice Braga), sembra non cercare di essere per nulla diverso da quello che è, scontroso e scostante, emotivo e ribelle con un auricolare sempre nell’orecchio come fosse con un piede sempre fuori dal mondo. Grazie alla scaltra Britney (Francesca Scorsese, figlia del celebre regista) si inserirà, non senza fatica, nel gruppo dei suoi coetanei, uscendo dalla rigida base militare per far ingresso nell’Italia “di Guadagnino”, fatta di feste, balli e alcol senza proibizioni. Ancora inconsapevole della sua sessualità inizierà a conoscersi proprio dopo l’arrivo in Italia e grazie all’incontro con la giovane Caitlin.

We are who we are: trama secondo episodio

we are who we areIl secondo episodio ripropone gli eventi del precedente, spostando l’obiettivo su Caitlin (Jordan Kristine Seamon), un’esuberante e scaltra adolescente americana che da anni vive nella base militare con la sua famiglia. Con un’abile escamotage quindi Guadagnino capovolge la storia, mostrandoci come gli stessi eventi possano cambiare da una diversa angolazione. Caitlin vive il turbine dei quattordici anni, prendendo consapevolezza del suo corpo, tra rifiuto ed accettazione, tra una crescente femminilità che la sorprende ed una mascolinità che ricerca vestendo, di nascosto, abiti tipicamente maschili e facendosi chiamare Harper. Molto diversa dalla disinibita amica Britney, sembra quasi annoiata da quella vita che racconta a suo padre (Kid Cudi). Proprio questa insoddisfazione la porterà ad avvicinarsi al particolarissimo Fraser, in cui troverà il suo contrappunto.

We are who we are: trama episodi 3 e 4

Episodio 3

we are who we are baffiDopo i due episodi introduttivi, con punti di vista alternati, la serie-tv si fa corale, i ragazzi si sparpagliano davanti all’obiettivo dando sfogo a tutta la loro vitalità. Caitlin e Fraser si avvicinano e si confrontano, trovando in loro stessi un nascondiglio ed un modo per scoprirsi, aprendosi, con semplicità, alle complicate dinamiche transgender. La sessualità dei protagonisti viene timidamente fuori, Caitlin si lascia alle spalle il suo piatto fidanzamento e Fraser scopre interesse nei confronti di un soldato, Jonathan, collaboratore della madre. L’episodio, seguendo i ragazzi muoversi nella libertà italiana, apre uno spiraglio ai personaggi più adulti con un tenero confronto tra Maggie e Jennifer, madre di Caitlin, sulle difficili dinamiche di coppia.

Episodio 4

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La guerra torna prepotentemente sulla scena, chiamando a se Craig, un ragazzo del gruppo che si vede costretto ad abbandonare troppo presto la spensieratezza della gioventù. In un ultimo slancio, prima della partenza, i ragazzi si gettano nei festeggiamenti per il matrimonio lampo di Craig e Valentina, una giovanissima ragazza italiana. Introducendosi in un’enorme casa vuota, i ragazzi portano in scena l’eccesso adolescenziale che, partendo da un semplice bagno in piscina sfocia in un party a base di alcol, droga e sesso. Il nudo normalizzato di Guadagnino non è mai invadente anzi naturalissimo e quasi irrinunciabile nel contesto psichedelico di quest’ultimo episodio. Il caos ritorna alle regole, come a chiudere questo quarto capitolo, Craig lascia gli amici ancora addormentati per indossare la divisa militare e partire, sulle note di Living with war di Neil Young.

In conclusione, dopo la visione dei primi quattro episodi, si può dire che in We Are Who We Are nulla sia lasciato al caso ed ogni scelta, tematica o stilistica, sia ben calibrata. Guadagnino, ancora una volta, ci colpisce con la sua estetica pura, l’estrema cura per il dettaglio e la minuziosa caratterizzazione dei singoli personaggi, dandoci la sensazione che We Are Who We Are più che una serie-tv sia un avvincente lungometraggio in otto capitoli, ciascuno dalla durata di circa un’ora, che non fa altro che scoprire sempre di più le carte dei giovani e travolgenti ragazzi.