Quando si parla di trasposizioni cinematografiche di fumetti, spesso e volentieri si ha la sensazione che qualcosa si perda lungo la strada. Lo sappiamo, i media non sono tutti uguali, e ciò che funziona sulla carta non è detto si traduca a priori in un prodotto audiovisivo di alta qualità. Ci sono però delle storie che trascendono i bordi della comunicazione, destreggiandosi su più livelli e in più mezzi, mantenendo intatto il fascino che le contraddistingue. È il caso di A History of Violence, film diretto dal maestro David Cronenberg, un’opera che, ispirandosi all’omonimo fumetto di John Wagner, conserva con gelosia la propria identità originale senza perdersi in chiacchiere.

Il film racconta la storia di Tom Stall (Viggo Mortensen), un pacifico gestore di un bar in una piccola cittadina americana, che un giorno si ritrova a dover difendere la sua famiglia da due criminali che tentano di rapinare il suo locale. Per sfortuna dei malviventi, Tom è un asso con le armi, abile nel maneggiarle come pochi al mondo, riuscendo così a neutralizzare la minaccia criminale e a salvare la vita dei suoi cari.
La vicenda, tuttavia, attira inevitabilmente l’attenzione dei media. Ne conseguiranno terribili conseguenze, legate alla comparsa di nuove losche figure nella scena e allo smascheramento del nostro “pacifico cittadino modello”, che vedrà la sua vera identità messa a nudo.

In questa sua trasposizione su grande schermo, A History of Violence si propone come una rivisitazione moderna del genere noir, unendo elementi del cinema di genere con una profonda indagine psicologica dei personaggi. Cronenberg alla regia incanta e ammalia, con un’altalena che oscilla tra l’incessante tensione e i momenti più tranquilli e riflessivi.
Rispetto al fumetto di Wagner, nell’opera di Cronenberg vi è una più marcata enfasi sulla psicologia dei personaggi coinvolti, sulle loro azioni e sulle loro reazioni umane (o, per meglio dire, “sovrumane”). Il fumetto, dal canto suo, ha un focus incentrato esclusivamente sulla violenza nuda e cruda, distante dall’esplorare le conseguenze che tutto questo sangue versato porta nella vita dei protagonisti e dei loro cari, indagine che invece avviene sul grande schermo.

Pellicola avanguardistica e sperimentale allo stesso tempo, A History of Violence racchiude azione ed introspezione, dinamismo e psicologia, sangue e lacrime.
Il cast che accompagna quest’esperienza è impeccabile, con un Viggo Mortensen in stato di grazia, qui in uno dei suoi ruoli più iconici. Vi è la voglia di addentrarsi nella psiche di chi muove la storia, comprendendone le scelte, le paure, assistendo alle ripercussioni del loro sciagurato operato. È una visione forse più completa rispetto a quella più scarna del fumetto, capace di promettere un’esperienza visiva con i fiocchi.