All’interno di uno scenario sinistro e con tinte noir, Guillermo del Toro dirige Nightmare Alley – La Fiera delle Illusioni, tratta dall’omonimo libro dello scrittore statunitense William Lindsay Gresham. Il romanzo era stato già portato al cinema dal regista Edmund Goulding, intorno alla fine degli anni ’40, con protagonista Tyrone Power e con un finale poco gradito dal pubblico.

In un clima fatto di dramma psicologico e manipolazione mentale, con un accenno allo spiritismo (o parapsicologia) tanto in voga nella seconda metà degli anni ’30, La Fiera delle Illusioni narra il percorso di Stanton Carlisle (Bradley Cooper) verso il baratro.
Dopo aver “dato fuoco al proprio passato”, Stan entra nell’ambiente dei giostrai trovando lavoro all’interno di un Luna Park itinerante e decadente.
Grazie al proprietario Clem (Willem Dafoe), Stan si guadagna un alloggio di fortuna, qualche dollaro e la possibilità di imparare una serie di trucchi frequentando Zeena (Toni Colette) e Pete (David Strathairn) esperti nell’arte della chiaroveggenza che, durante i loro numeri, attirano un notevole pubblico pronto a farsi sorprendere da ciò che non conosce.
Stan viene così affascinato dal loro mondo, tanto da apprendere dalla loro esperienza tutti i segreti necessari ad ultimare uno spettacolo tutto suo e andare via – da innamorati – insieme alla candida Molly (Rooney Mara).
Stan, in arte Grande Stanton, raggiunge il successo tra i benestanti, ma la sua avidità nel rincorrere la ricchezza lo porterà a interfacciassi con l’algida psicologa e sua complice Lilith Ritter (Cate Blanchett). Lasciandosi trasportare verso una rapida ascesa, Stan si ritrova a scontrarsi con un destino che gli farà perdere ogni cosa sbattendogli in faccia il peso delle sue stesse azioni.

La Fiera delle Illusioni è una storia oscura come il suo protagonista che sulle illusioni e i raggiri ci tira su il suo mestiere spacciandosi per medium – in realtà – manipolatore di professione.
A differenza dei suoi film precedenti, Guillermo Del Toro non racconta di creature o mondi fantastici: siamo in un mondo reale in cui lo spazio per il soprannaturale è un miraggio lontano appartenente a dolori e rimorsi che si alimentano nella menzogna. Non ci sono mostri, l’unico mostro è l’essere umano in cui albergano.
La Fiera delle Illusioni trasporta lo spettatore nelle ambientazioni decadenti di un luna park anni Trenta per poi catapultarlo in scenari art déco all’interno di città in cui non splende mai il sole. Una dualità in cui si alterna un inizio più soft, dominato da una maggiore luminosità in cui gli aspetti più inumani vengono mostrati con naturalezza; ad una seconda parte in cui la notte e l’oscurità si manifestano – anche e soprattutto – come cardini di un film psicologico.
Tutto ruota attorno alla percezione e all’illusione del protagonista di riuscire ad ottenere ciò che si aspetta credendo di controllare le menti, ma la realtà è cosa ben diversa poiché «A volte non vedi il fondo finché non lo tocchi» dice Stan dopo aver ingannato se stesso.
Il film scorre molto fluidamente. Con un cast corale e di alto pregio, La Fiera delle Illusioni vanta delle interpretazioni perfettamente allineate ai ruoli. Ogni protagonista – principale o secondario che sia – mantiene una grande naturalezza catapultando lo spettatore in un mondo in cui la menzogna è solo la superficie di una molto più radicata crudeltà umana.
[…] sola felice eccezione in questa lista del già visto è tuttavia rappresentata da La fiera delle illusioni – Nightmare Alley girato da Guillermo del Toro, un film venuto da lontano, anzi da molto lontano, visto che è il […]