Non sono una scrittrice, ho scritto dei libri. Non sono una pittrice, ho dipinto dei quadri. Non sono una regista, ho diretto dei film». Così si autodefiniva Lorenza Mazzetti, artista poliedrica classe 1927 che ha vissuto per quasi un secolo una vita tutt’altro che ordinaria.

Lorenza Mazzetti

Perchè sono un genio! Lorenza Mazzetti è un documentario di Steve Della Casa e Francesco Frisari presentato nella sezione Venezia Classici alla Mostra del Cinema del 2016 che porta lo spettatore nel mondo dell’artista alla ricerca di quel “genio” che brilla nei suoi occhi e che anima le sue opere.

Una vita, quella di Lorenza Mazzetti, che pare racchiuderne cento. Una regista che ha rivoluzionato il cinema inglese negli anni ’50 con il movimento Free Cinema e che ha vinto un premio speciale a Cannes con il film Together; una scrittrice che ha vinto il Premio Viareggio con il libro Il Cielo cade e che ha scritto su Vie Nuove con Pier Paolo Pasolini; un’artista che ha fondato a Roma il Puppet Theatre e una pittrice che ha dipinto su tela gli incontri e i momenti salienti della sua vita.

Lorenza Mazzetti è cresciuta nel dolore. La sua infanzia è stata straziante, segnata da tre tristi eventi: la morte di sua madre poco dopo aver dato alla luce lei e la sua gemella Paola; la perdita di suo padre e la Strage di Rignano, avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. La sorella di suo padre, Cesarina Mazzetti, convinse il marito Robert Einstein (il cugino del premio Nobel Albert) ad accogliere le gemelle nella loro tenuta di Rignano sull’Arno, dove diventarono parte della famiglia.

Poi, il 3 Agosto del 1944 la loro vita andò in frantumi.
La Wehrmacht, irruppe nella villa villa della famiglia Einstein. L’uomo ricercato era Robert, ma all’interno della tenuta trovaro solamente la moglie e le due figlie. Le SS risparmiarono solo le gemelle Mazzetti poichè non appartenenti direttamente alla famiglia Einstein.
Robert era rifugiato con altri partigiani in una tenuta poco lontana. Nella villa venne appiccato il fuoco per cancellare ogni traccia del crimine. Quando Robert vide le fiamme, accorse alla villa. Ma era troppo tardi… In giardino venne ritrovato un biglietto con la scritta: «Abbiamo giustiziato i componenti della famiglia Einstein, rei di tradimento e giudei». I responsabili della strage non sono mai stati ufficialmente identificati. Il dolore per la tragedia sconvolse Robert Einstein e fu così forte che si tolse la vita il 13 luglio 1945, nel giorno del 32° anniversario di matrimonio con Cesarina.

<< È stato un assassinio politico per colpire Albert>>
queste le parole di Lorenza. Scampare a una tale tragedia è sicuramente stata una fortuna, ma il peso dell’orrore vissuto non l’ha mai abbandonata. Ha raccontato la strage nel suo romanzo autobiografico Il cielo cade, un diario divertente e tragico di una bambina che racconta in modo spiazzante il fascismo, la guerra e la strage.

Per cercare di dimenticare, agli inizi degli anni ’50 Lorenza si trasferì a Londra. Iniziò a lavorare come cameriera, ma grazie alla tenacia che l’ha contraddistinta per tutta la vita, riuscì a entrare alla Slade School of Fine Art. Chiese di essere ammessa con una frase chiave, su cui ha scherzato sempre: <<Perché sono un genio! >>
Esclamazione che dà il titolo al documentario in cui è Lorenza stessa a raccontarsi insieme agli interventi dei suoi amici Bernardo Bertolucci, Malcolm McDowell e David Grieco.

Ci vengono mostrati i luoghi che hanno segnato il suo passato e quelli degli ultimi anni della sua vita, con la gemella Paola. Steve Dalla Casa e Francesco Frisari narrano la sua vita unica, tra parole, quadri e immagini dei suoi film.
Tra il 1952 e il 1953, rubando alla scuola l’attrezzatura e la pellicola, Lorenza Mazzetti realizzò clandestinamente il suo primo film K, tratto dalle Metamorfosi di Franz Kafka.
Un film che oscillava tra neorealismo e poesia e che anticipava il manifesto del futuro Free Cinema, poi scritto e firmato, nel 1956, da Lindsay Anderson, Tony Richardson, Karel Reisz e dalla stessa Lorenza Mazzetti.

Una presa di posizione che diventò un vero e proprio movimento politico che rinnovò tutte le cinematografie più importanti.
Il loro era un cinema libero, con gli occhi puntati su quello che accadeva nella società e andava contro la produzione media inglese. Lorenza Mazzetti era proiettata verso il futuro.

Successivamente girò Together, finanziato dall’Experimental Film Fund, che entrò a far parte del primo ciclo di proiezioni del Free Cinema e vinse la Mension au film del recherch al Festival di Cannes del 1956, ex aequo con il film di Brassaï Tant qùil y aura des bêtes.
Il film raccontava la storia di due operai sordomuti in una Londra bombardata dai nazisti. Zavattini rimase colpito dal film a Cannes e le chiese di collaborare.

Fu proprio lui, tra l’altro, dopo aver letto il manoscritto de Il Cielo Cade a proporlo ad Attilio Bertolucci. Fu così che venne pubblicato da Garzanti e vinse il premio Opera Prima nel 1961 al Premio Viareggio.
Nel 2000 il romanzo venne adattato per il cinema da Suso Cecchi D’Amico e diretto dai fratelli Frazzi vincendo il Giffoni Film Festival come miglior film.

Il fil rouge degli scritti della Mazzetti è il tema della rimozione dei ricordi e sono stati, in qualche modo, tutti dei seguiti al suo primo romanzo Il Cielo cade.
Proprio per mantenere viva la memoria della tragedia della famiglia Einstein, Lorenza ha trascorso molti anni a portare il film dei fratelli Frazzi nelle scuole. Raccontare l’Olocausto, per lei, significava non dimenticare la pagina più nera della storia mondiale, ma anche della sua vita. Nel 2015, assieme alla sorella Paola, le è stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Rignano sull’Arno.

La vita di Lorenza Mazzetti è fatta di scontri, ma anche di incontri. Come quello con Bruno Grieco, giornalista e scrittore figlio di uno dei fondatori del PCI, che segnò l’inizio di un nuovo capitolo.
Aveva trovato un uomo con cui condividere cuore e passioni. La loro casa in via Vittoria a Roma era sempre piena di artisti e intellettuali, italiani e stranieri, come Agnès Varda, Richard Harris, Gian Maria Volonè, Rod Steiger, Giovanni Berlinguer. La politica ha sempre infiammato il cuore di Lorenza. Collaborò con Vie Nuove, il settimanale del PCI dove divenne amica di Pier Paolo Pasolini. La sua ultima pubblicazione risale al 2014 con Sellerio. Si tratta de Diario Londinese in cui racconta la sua gioventù nella capitale inglese.

Fondò il Puppet Theatre a Campo de’ Fiori, un teatro di burattini per bambini, portando a Roma le maschere Punch e Judy. Poi, si dedicò alla pittura. Fece due mostre distinte: Album di famiglia con 80 dipinti che illustravano le vicende raccontate ne Il cielo cade e A proposito di Free Cinema con i ritratti dei personaggi chiave del cinema inglese degli anni ’50 e ‘60 .

La sua carriera da regista si concluse quando Zavattini le affidò la realizzazione di un episodio del film corale Le italiane e l’amore del 1961.
L’artista non era interessata a quel genere di “cinema verità” e smise di stare dietro la macchina da presa. La fiamma della passione per l’arte, però, non si spense mai.

Lorenza è stata ospite più volte a Hollywood Party” – afferma Steve della Casa parlando della scelta di raccontare Lorenza Mazzetti.
Sono rimasto rapito da come raccontava le sue avventure londinesi e non solo, stupito da come queste attraversassero tutta la storia del ‘900, compresa quella della cinema, e così insieme a Francesco abbiamo pensato che sarebbe stato interessante raccontare la storia di questa persona di cui scoprivamo ogni volta qualcosa di nuovo e sorprendente”.

Lorenza è un donna multimediale ante litteramsottolinea Fabrizio Frisari.
Ha attraversato una quantità di arti sorprendenti, il cinema, la scrittura, la pittura. Tutto parte da lei, dai suoi lavori, e dalla sua capacità di raccontarsi e di portare il racconto verso le persone, usando degli occhiali colorati che sono il suo sguardo sul mondo e sulla vita”.

La passione di questi due autori per l’eclettica artista emerge nel documentario “Perché sono un genio! Lorenza Mazzetti” che ha ricevuto il Nastro D’Argento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici nel 2017. La loro opera è un regalo sia per chi ha sempre ammirato questa donna unica, sia per chi non la conosceva.

Nel 2020 Lorenza è passata a miglior vita. E’ stata sepolta nel piccolo cimitero della Badiuzza a Rignano accanto ai membri della famiglia Einstein, dove ora riposa in pace. Noi di Cabiria la salutiamo con una delle sue dichiarazioni più belle:

Tutte le fiabe nascono necessariamente con un disastro, una tragedia. Questo è quello che mi è successo. Poi a un certo punto è cominciata la mia fiaba.