Quando Ritorno al Futuro vinse l’Oscar per il migliore montaggio sonoro nel 1986, aveva già conquistato il pubblico e la critica di mezzo mondo per la sua trascinante capacità di raccontare l’audace avvenimento del viaggio nel tempo di Marty McFly e Emmett L. ‘Doc’ Brown.
Un itinerario in cui non servono strade è quello raccontato con un film che nel giro di pochi anni ha avuto due sequel, che hanno coerentemente continuato a raccontare ogni spostamento temporale fatto di paradossi (e tutto il resto).
La trilogia di Ritorno al Futuro è stata scritta da Bob Gale insieme a Robert Zemeckis e diretta da quest’ultimo che ha creato un fenomeno di culto per più generazioni dalla sua prima uscita, nel 1985, fino al terzo film del 1990.
Ritorno al futuro: tre film, due protagonisti, un’umoristica avventura
Con una carrellata ravvicinata, siamo catapultati nella casa di Doc Brown piena di orologi che, fin da subito è un chiaro segnale di ciò che ci aspetta. Ritorno al Futuro riesce a fare un uso non eccessivo degli effetti speciali, rendendo semplici gli intricati meccanismi degli spostamenti temporali.
Sia il primo Ritorno al Futuro che la Parte II si incastrano perfettamente, portando avanti la lotta all’antagonista di turno Biff Tannen, interpretato da Thomas F. Wilson.
Il franchise ideato da Zemeckis non è stato provvidenziale solo per gli incassi, ma ha lanciato carriere attoriali come nel caso di Michael J. Fox (proveniente dalla sit-com Casa Keaton) e confermato il talento di attrici come Elisabeth Shue (che con Ritorno al Futuro – Parte II era già al suo settimo film).
Zemeckis non è nuovo all’uso dell’umorismo e della suspense, infatti a distanza di qualche anno ha diretto la commedia La Morte ti fa Bella, il più profondo Forrest Gump e il thriller Le Verità Nascoste ad inizio millennio.
I film di Zemeckis sono dei chiari tentativi di sperimentazione e Ritorno al Futuro non è da meno: basti pensare alla “fantasia innovativa” di un hoverboard, o del giubotto ad asciugatura rapida di Marty. Nella sua lunga filmografia Zemeckis è riuscito a spaziare armoniosamente tra i generi, ma con Ritorno al Futuro è riuscito a mantenere una certa ciclicità su tutti e tre i film.
In Ritorno al Futuro – Parte III Marty McFly (Michael J. Fox) ed Emmett L. ‘Doc’ Brown (Christopher Lloyd) sono catapultati in un selvaggio west.
Qui è riproposto un racconto a cui eravamo già stati abituati con i due capitoli precedenti, ma che ironicamente prende spunto da quei western che hanno lo sguardo cattivo di Clint Eastwood.
Ritorno al Futuro è una rappresentazione della società americana, stratificata attraverso epoche differenti, unita ad una scanzonata e ilare spontaneità.
Nell’odierna moda cinematografica dei remake, Ritorno al Futuro ha avuto la fortuna di non essere stato ancora intaccato, ma forse sarebbe il caso di apprezzare qualcosa di narrativamente e registicamente innovativo e vedere i tre capitoli di una rocambolesca commedia fantascientifica disponibile su Netflix, Prime Video e Now TV.