Pensavamo che fosse morto invece era soltanto svenuto.
La ripresa in atto del cinema è stata decretata dal trionfo nella notte degli Oscar di film come The Fabelmans di Spielberg e questo era prevedibile, ma soprattutto dalla sorpresa rappresentata da Everything Everywhere all at Once un’opera innovativa nella forma e nella sostanza, firmata dalla coppia Daniel Kwan e Daniel Sheinert, che apre nuove possibilità narrative al cinema grazie ad una miscela di generi vecchi e nuovi che fanno di esso il film più pazzo del mondo dove la protagonista nella logica del multi-verso vive più esistenze nello stesso tempo (un film questo che sarà certamente amato dai cinefili memori di Hellzapoppin‘ ma anche dal grande pubblico).

Ma a rincuorarci in questo inizio primavera sono anche altre sorprese come il noir di ambiente milanese L’ultima notte di amore diretto da Andrea di Stefano con perizia nell’uso della cinepresa nelle scene action e con finezza nel tratteggio delle psicologie dei protagonisti, al quale va aggiunto l’esordio nel lungo di finzione Disco Boy del documentarista Giacomo Abbruzzese, con un war movie fatto di sconfinamenti geografici e morali di due esistenze parallele provenienti da contesti diversi, ma mossi da un’unica volontà di resistere.
Dal passato sono inoltre tornati in versione restaurata anche I guerrieri della notte di Walter Hill e El di Bunuel due titoli imperdibili ognuno a modo suo, mentre al Bergamo Film Festval abbiamo scoperto o riscoperto le storie di vite alternative del regista belga Jaco Van Dormael tra cui i due cult Toto le héros e Mr.Nobody. E come non bastasse è da poco arrivato sul grande schermo anche Scream VI sempre più metafora horror dei tempi che viviamo.

Ma per noi di Cabiria la sorpresa più bella tra tutte riguarda in verità un dettaglio relativo alla produzione del film vincitore dell’ Oscar, una produzione il cui nome è A24.
Questo è il nome dell’autostrada da Roma conduce a L’Aquila e al quale si sono ispirati i due registi.
Una città che in passato ha ospitato tanto cinema americano (grazie ai corsi dell’Accademia dell’Immagine) e che ora si vede ricambiare l’omaggio dagli autori dell’opera più innovativa degli ultimi decenni.
Insomma L’Aquila ha chiamato e Hollywood ha risposto alla grande!