Fascinose, seducenti, tentatrici e allo stesso tempo distruttive … in due parole: femmes fatales.
La figura della donna dal fascino erotico irresistibile a cui l’uomo non riesce a sottrarsi inizia ad apparire molto presto nel cinema muto. Ma è a partire dagli anni ’30 che con i romanzi polizieschi detti “hard boiled” che l’immagine della femme fatale assume le caratteristiche che ancora oggi le associamo.
Regina dei film noir classici, la donna assume nuovi ruoli che riflettono le incertezze e i turbamenti di quegli anni. Il tema delle “dark ladies” è uno dei più antichi dell’arte, della letteratura, della mitologia e della religione nella cultura occidentale. E nel cinema?

Les femmes fatales al cinema hanno assunto sfumature diverse, ma ci sono delle caratteristiche che sono sempre valide per descriverle.
Sono donne che ingannano, fanno il doppio gioco e arrivano ad uccidere. Bellissime, non sono mai come appaiono.
Solitamente è lo sguardo maschile a dominare nei film noir: è attraverso il punto di vista del protagonista che ci viene raccontata la storia. Stereotipi, per lo più: detectives, avvocati, ufficiali di polizia, uomini solitari e ambigui. Con l’avvento della New Hollywood alla fine degli anni ’50, la figura della femme fatale inizia a cambiare. Soprattutto la centralità della sua figura all’interno della narrazione. Spesso diventa vittima passiva, anziché manipolatrice seduttiva.

Negli anni ’80, arrivano i “neo-noir” , film in cui le femmes fatales diventano protagoniste. Autonome e letali, sono donne di cui è meglio non innamorarsi. Specialmente se si vuole detenere il comando o, semplicemente, restare vivi!
Ecco le dieci donne che vi rovineranno la vita, ma di cui non potrete fare a meno!

1. Gilda (Rita Hayworth) – Gilda

le-femmes-fatales-del-cinema
La sua prima apparizione è con un colpo di capelli che stende Glenn Ford. Poi, balla e lui è spacciato. Così come il pubblico, del resto. Impossibile non innamorarsi di Rita Hayworth che canta e balla indossando uno degli abiti più iconici della storia del cinema. Capelli lunghi ondulati, guanti, voce suadente. Gilda è una strega che ti entra nella testa, ti fa toccare il cielo con un dito e poi ti fa diventare pazzo di gelosia. Il destino di Glenn Ford è segnato, non riesce a vivere con lei, ma nemmeno a starle lontano. Questo film del 1946 di Charles Vidor è un cult che ogni cinefilo dovrebbe aver visto almeno una volta nella vita.
Tanto, basta uno sguardo per innamorarsi per sempre di Rita Hayworth!

2. Lola Lola (Marlene Dietrich) – L’ angelo azzurro

le-femmes-fatales-del-cinema
Questo film tedesco di Joseph Von Sternberg del 1929 spalancò le porte di Hollywood a Marlene Dietrich.
Il suo personaggio è quello di Lola Lola, la cantante- ballerina di un locale notturno, una figura femminile che, per l’epoca, fu qualcosa di sconvolgente. Basti pensare che indossa un cappello a cilindro, accessorio maschile per antonomasia, insieme a calze a rete e giarrettiere, accessori femminili per eccellenza. Una rivoluzione, una sfrontatezza ostentata che fece scandalo.
Ovviamente, una donna così è capace di sedurre centinaia di uomini. Però, a cadere nella rete di questa donna-ragno è un anziano professore. Quest’uomo perderà totalmente la testa per lei. Anche il suo lavoro, la stima dei suoi studenti, la sua vita. Morirà di crepacuore, così come un cinefilo quando incontra qualcuno che non conosce questo film.

 

3. Mata Hari (Greta Garbo) – Mata Hari

le-femmes-fatales-del-cinema

Nel film di Fitzmaurice del 1931 brilla la stella della divina Garbo, donna dal fascino disarmante che è entrata nella leggenda anche per il suo stile unico. Per tutta la sua carriera, Greta Garbo è stata vestita da Adrian, un creatore di modelli esclusivi che esaltava i personaggi che l’attrice interpretava. Per le femmes fatales, il ruolo dell’abito era fondamentale! Era il segno distintivo del suo potere seduttivo. Tanto che le altre interpreti dei film venivano vestite dal costumista di produzione, mentre le dive avevano la possibilità di avere un sarto personale. Questo sodalizio tra i due, ha reso Greta Garbo anche un’icona fashion oltre che del cinema. Nel film “Mata Hari” , interpreta una spia manipolatrice che, però, viene travolta dall’amore. Un giovane pilota russo le ruba il cuore e lei si innamora così tanto da sacrificare la sua vita per salvarlo. Un finale a sorpresa per questa femme fatale che viene trasformata dall’amore da cinica ingannatrice a salvatrice.

 

 

4. Kathie (Jane Greer) – Le catene della colpa

le-femmes-fatales-del-cinema

Film noir per antonomasia, questa pellicola del 1947 di Jacques Tourneur regala una delle migliori trame del genere. Jane Greer (Kathie) è una femme fatale sui generis. E’ la sua innocenza,naturalmente apparente, a incastrare Jeff Bailey (Robert Mitchum), un uomo che si era volutamente isolato dal mondo. Si era lasciato tutto alle spalle, fino a quando il passato non arriva a bussare alla sua porta, compresa la pura e docile Kathie. Un viso d’angelo e una voce flebile celano la sua potenza. Lei è un uragano distruttivo da cui nemmeno il forte Mitchum riesce a salvarsi.

 

 

 

5. Phyllis Dietrichson (Barbara Stanwyck) – La fiamma del peccato

le-femmes-fatales-del-cinema
Uno dei momenti più eccitanti del cinema anni 40’? Quello in cui una cavigliera viene mostrata a un agente delle assicurazioni. E’ questa piccola parte del corpo di Barbara Stanwyck che incendia la pellicola di Billy Wilder del 1944. Lei interpreta una donna avvenente, insoddisfatta del suo matrimonio. Infatti, pianifica l’assassinio del suo ricco marito per poter usufruire della sua polizza e doppia indennità ( per questo il titolo originale del film è “Double Indemnity”) prevista in caso di decesso. Per raggiungere il suo scopo, ha bisogno di una vittima sacrificale. Circuisce il povero Fred che, totalmente invaghito da questa femme fatale, progetta un piano perfetto per liberarsi del marito. Fa tutto lui per lei, senza però accorgersi dell’ipocrisia della donna che dice di amarlo, ma che non fa altro che sfruttarlo. Chi scherza con la fiamma del peccato, rimane bruciato…

6. Kitty Collins (Ava Gardner) – I gangsters

le-femmes-fatales-del-cinema
Gli occhioni dolci di Ava Gardner celano la sua natura demoniaca in questo bellissimo film di Robert Siodmak del 1946. Tratto da un racconto omonimo di Hemingway , questa pellicola è un classico del genere noir. Basta vederne un fotogramma per capire subito il tono torvo della storia. La fotografia in bianco e nero molto contrastata e le ambientazioni quasi tutte interne, donano al film una cupezza unica. Ava Gardner, bella da togliere il fiato, interpreta Kitty, cattiva ragazza di una banda criminale. Questa femme fatale, raggira il nuovo arrivato, un ex pugile pronto a tutto (Burt Lancaster). Lo seduce a tal punto da convincerlo ad andare in galera al posto suo. Uscito di prigione, non solo scopre che è diventata la donna del capo della gang, ma Kitty lo coinvolge in un piano malefico : rubare il malloppo allo stesso boss e fuggire insieme. E il povero pugile che fa? Ci ricasca di nuovo. Non resiste al fascino di questa gatta morta e si fa incastrare dopo il furto. Ah, e lei torna pure tra le braccia del capo! Mai fidarsi delle facce d’angelo…

7. Catherine Tramell (Sharon Stone) – Basic Instinct

Un istinto primitivo prevale in Catherine Tramell (Sharon Stone) : uccidere durante l’atto sessuale. In pratica lei è il simbolo della femme fatale in senso letterale. Nel 1992 Paul Verhoeven dirige per la seconda volta la bionda letale Sharon Stone. Dopo averla scelta per interpretare un’altra donna traditrice e spietata in “Atto di Forza” (1990) le assegna il ruolo che la renderà famosa. Catherine può tenere in scacco chiunque, figuriamoci se poteva salvarsi dalle sue grinfie il detective che indaga sul caso che la vede coinvolta (Michael Douglas). Lei è l’emblema della donna-ragno. Le basta indossare un tubino bianco (e nulla più) e accavallare le gambe, che l’uomo di turno va in tilt. Così come il botteghino!

 

8. Alex Forrest (Glenn Close) – Attrazione fatale

le-femmes-fatales-del-cinema

Il povero Michael Douglas non riesce proprio a resistere alle femmes fatales! In questo film di Adrian Lyne del 1987 interpreta Dan Gallagher, un procuratore legale di successo. Commette un errore, finisce a letto per una notte con la squilibrata Alex Forrest (Glenn Close). Lui è sposato, lei si aspetta di più. Inizia così un’infinita tortura nei confronti di Dan; lei lo tormenta mettendo a rischio prima il suo matrimonio , poi la sua stessa vita. Mai mettersi contro una donna libera e indipendente. E’ pericolosa proprio perché è capace di ogni tipo di raggiro. Il film è stato candidato a sei premi Oscar e va assolutamente visto per le notevoli interpretazioni dei due attori in questo film che oscilla tra l’eros e il thriller.

 

9. Dorothy Vallens (Isabella Rossellini) – Velluto blu

le-femmes-fatales-del-cinema
Attraente donna di malaffare, Dorothy Vallens (Isabella Rossellini) è una cantante di un locale notturno . Nulla è chiaro in questa femme fatale ed è proprio questo alone di mistero che la circonda ad affascinare. La bomba sexy italiana canta il grande classico “Blue Velvet” allo Slow Club e incanta tutti. Anche il giovane pseudo detective Jeffrey Beaumont (Kyle Maclachlan) che indaga su un caso di omicidio in cui Dorothy è coinvolta. Questo neo-noir del 1986 di David Lynch è il più amato di sempre. Non è stato sempre così,però. Infatti, il film ricevette aspre critiche alla Mostra del Cinema di Venezia. L’allora direttore riteneva,addirittura, che l’interpretazione della Rossellini fosse un’offesa per il suoi genitori ( il regista Roberto Rossellini e l’attrice Ingrid Bergman). Probabilmente questa opinione era legata alla presenza di nudi integrali di Dorothy e alle atmosfere erotiche ricche di violenza e perversione. A guardarlo ora, questo film non fa assolutamente gridare allo scandalo. Però, questa femme fatale che è sia vittima che carnefice, è ancora in grado di stregare il pubblico. Con i suoi abiti scintillanti e la voce provocante, la Blue Lady ammalia Jeffrey Beaumont, ma anche tutti noi.

10. Amy Dunne (Rosamund Pike) – Gone Girl. L’amore bugiardo

le-femmes-fatales-del-cinema
Questo film del 2014 di David Fincher racconta la vendetta di una moglie tradita. Amy Dunne (Rosamund Pike) non è una donna che ammalia con il sesso. E’ una femme fatale moderna che utilizza astuzia e furbizia con l’unico scopo di farla pagare al marito Nick Dunne (Ben Affleck) . Amy è in grado di raggirare l’opinione pubblica e sfruttare i media. Pianifica nel dettaglio ogni sua mossa da abile stratega per distruggere la vita del marito. Il film è tratto dal bestseller “L’amore bugiardo” di Gillian Flynn, che si è occupata anche della sceneggiatura. L’adattamento è ben riuscito e la regia di Fincher incastra sapientemente i vari eventi della trama. Riesce a confondere lo spettatore e lo rende preda del piano di Amy, proprio come accade a Nick. Un thriller d’autore che conferma la maestria di Fincher nel genere thriller. Per il ruolo di Amy Dunne, Rosamunde Pike è stata candidata ai Premi Oscar del 2015 come Miglior attrice protagonista. Una performance magistrale per un ruolo non affatto facile, ricco di sfaccettature ed evoluzioni caratteriali. Impossibile guardare il film e non provare empatia con lo sfortunato Nick. Una notte di piacere vale una vita distrutta? Meglio non far arrabbiare Amy Dunne…