La spooky season è ormai cominciata e quale miglior modo per prepararsi alla notte di Halloween se non una maratona cinematografica in pieno tema horror? Mostri, fantasmi e strani animali popolano la notte del 31 ottobre e per vivere a pieno questa atmosfera spaventosa vi proponiamo una maratona cinematografica firmata Tim Burton, il regista dalle ambientazioni gotic-dark per eccellenza.
Mettetevi comodi, preparate i dolcetti e godetevi la nostra spettrale e divertente selezione di Halloween.

Maratona Tim Burton: Beetlejuice – Spiritello porcello


Del 1988 con Alec Baldwin e Geena Davis, questa pellicola si muove vertiginosamente tra due mondi: quello dei vivi e quello dei (non)morti.
I due innamoratissimi e giovani protagonisti, dopo aver perso la vita in un incidente stradale, divenuti spiriti, si ritrovano intrappolati nella loro vecchia casa. L’incursione dei nuovi e strani inquilini metterà a dura prova i due novelli deceduti che tenteranno in tutti i modi di riappropiarsi della casa.
Tra deliri e bizzarre entità, atmosfere spettrali ed effetti speciali coloratissimi, Tim Burton da sfogo a tutto il suo estro artistico, la casa, infatti, sembra essere immersa in un dipinto in movimento. BettleJuice è in pieno tema Halloween, tra umani e spiriti, reale ed irreale, mondano ed ultraterreno, e raggiunge picchi comici e grotteschi con l’entrata in scena dell’assurdo spirito BeetleGeuse (Michael Keaton), uno dei primi personaggi prettamente gotici del regista.
Non c’è paura, non c’è altissima tensione, il tema horror è trattato con uno humor mai banale che quasi ci fa dimenticare che stiamo parlando di fantasmi, dopotutto chi ha detto che ad halloween non si possa ridere? Con una giovanissima e oscura Wynona Ryder, nell’oneroso ruolo di unica tramite e testimone tra i due mondi, il lungometraggio BeetleJuice è immancabile in questo periodo, soprattutto per travestimenti folli e spaventosi.

Maratona Tim Burton: Edward mani di forbice

Con la coppia Johnny Depp e Winona Ryder, il lungometraggio del 1990 porta in scena una vera e propria favola gotica moderna.
Creato da un eccentrico inventore, morto prima di ultimare la sua opera, l’ingenuo e scapigliato Edward si ritrova solo in un castello, con delle forbici al posto delle mani. Liberato, per puro caso, da Peg, una venditrice di un paese vicino, si scontrerà con la realtà, col mondo frivolo e consumista dal facile giudizio e pregiudizio, producendo quell’incontro-scontro tra diversità e normalità, tra freaks e società, tanto caro al regista. Edward è diverso, insolito, strano e la città non esiterà a farglielo notare, relegandolo, dopo un primo momento di euforia, ad una mera condizione di mostro. La verità è che Edward, come tutti, o forse ancora di più, è capace di amare ed essere amato, soffrire e sentirsi inadeguato. E’ proprio questo l’enorme messaggio che ci lascia Tim Burton e l’outsider portato alla stregua, con delle lame al posto delle dita ne è l’ingenuo portatore. L’abbraccio che Edward non riesce a dare, quell’impossibile felicità tanto sperata, quella malinconica vita a cui il mondo lo costringe, fa di Edward mani di forbice un racconto toccante e delicato, dove il “mostruoso” è l’ultimo dei mostri. Il film sancisce il fortunoso sodalizio tra Burton e Depp, qui tanto giovane quanto magnificamente a suo agio nella fisionomia stravolta dei personaggi dell’universo del regista.

Maratona Tim Burton: Il mistero di Sleepy Hollow

Partendo dal famoso racconto di Wahsington Irving, nel 1999 Tim Burton riporta sulla scena il suo attore feticcio, Johnny Depp, nei panni dello scettico investigatore Ichabod Crane, incaricato dai suoi superiori di indagare su una serie di omicidi le cui vittime vengono decapitate da un misterioso cavaliere senza testa che terrorizza l’intera città. Fermamente sicuro e razionale, convinto dei suoi metodi scientifici e di non poter credere all’assurda leggenda della città di Sleepy Hollow, il protagonista verrà a scontrarsi con il sovrannaturale, l’incredibile, la leggenda ed anche l’amore. Sua compagna in questo film è infatti Christina Ricci, la Mercoledì de La Famiglia Addams, che accompagnerà Crane verso la scoperta di se stesso e della verità sul cavaliere, interpretato da uno spaventoso Christopher Walken.
Le ambientazioni lontanissime nel tempo e nello spazio, i paesaggi bui e fumosi, sono frutto della spettacolare scenografia di Rick Heinrichs che riesce ad immergere la storia in un’atmosfera inquietante capace di far vacillare quella razionalità tipica del secolo dei lumi (il film è ambientato nel 1799), il cast affermò che sul set si aveva la sensazione di camminare nella testa dello stesso regista. Tim Burton, dal genio notoriamente cupo, questa volta, anche grazie alla fotografia di Emmanuel Lubezki che si muove tra il grigio ed il nero, spinge al limite la sua regia, regalandoci un horror a tutti gli effetti, perfetto per la notte del 31 ottobre.

Maratona Tim Burton: Sweeny Todd – Il diabolico barbiere di Fleet street

Se amate i musical ma non volete rinuciare al tema horror, questa pellicola del 2007 è quello che fa per voi. Con la straordinaria coppia Johnny Depp e Helena Bonham Carter, Tim Burton riporta in scena la storia del barbiere di Fleet Street, fondendo musiche ritmate ad atmosfere cupe ed inquietanti.
Separato dalla moglie e dalla piccola figlia contro la sua volontà, Benjamin Barker è costretto a lasciare Londra ma, anni dopo, cambiato nome e aspetto Sweeney Todd giura vendetta. Le fumose e buie strade di Londra fanno da palcoscenico alla versione cinematografica del musical di Stephen Sondheim e Hugh Weeler. Un crudo e spietato Depp, nei panni del barbiere sanguinario, aperta la sua bottega in un locale smesso dell’assurda Mrs. Lovett (una Bonham Carter dallo sguardo allucinato) da inizio alle macabre danze riservando un particolarissimo trattamento ai suoi clienti. Un cast eccezionale per questo film sopra le righe, con un favoloso quanto odioso Alan Rickman, nei panni del perfido giudice Turpin la cui condotta darà inizio alla cruda storia di Todd. Tra sangue finto e lame affilate, Tim Burton, ancora una volta, fa dell’assurdo il suo habitat naturale.

Maratona Tim Burton: Dark shadow

Il film del 2012, basato sulla Soap Opera omonima, fonde l’horror con i tratti tipici della commedia quasi demenziale, creando un atmosfera a metà tra il dark e la sit-com, che ben rispecchia l’eccentrico cast: dall’onnipresente Johnny Depp a Michelle Pfeiffer ed Eva Green, finendo con l’immancabile Helena Bonham Carter.
Il multiforme Depp è il giovane rampollo Barnabas Collins che, dopo aver spezzato il cuore della bella Angelique, rivelatasi una strega, finisce vittima delle sue maledizioni che culminano con l’infliggergli l’immortalità. Sepolto vivo, Barnabas ormai vampiro, si sveglierà solo duecento anni dopo, quando per errore verrà riaperta la sua bara. Completamente fuori contesto, Barnabas-Depp, conoscerà i suoi discendenti, ormai caduti in rovina e darà sfoggio di tutte le sue abilità comiche e drammatiche per riportare alla vecchia gloria il nome dei Collins. Tra nuovi amori, vecchi rancori e situazioni assurde la pellicola fonde gotico e grottesco, dark e humor, cupo e kitsch. Una sorta di famiglia Addams moderna, dove i tratti dell’inconsueta stranezza risiedono in ogni singolo personaggio, quasi da rendere normale un vampiro in casa.

Maratona Tim Burton: The nightmare before Christmas

Realizzato in Stop Motion, il film d’animazione del 1993, scritto da Tim Burton e diretto da Henry Selik, rappresenta la favola di Halloween più bella di sempre. Guidato dal re delle zucche Jack Skellington, il pubblico viene accompagnato nella città del 31 ottobre abitata da mostri, streghe ed esseri spaventosi, ma solo all’apparenza. Annoiato dalla sua monotona e buia esistenza, l’iconico protagonista Jack si spinge così lontano dal suo regno fino ad entrare in un universo totalmente opposto al suo: la città del Natale. Affascinato e rapito dai colori e dalla felicità tipica della città innevata, Jack si convince di poter vivere e gestire, a modo suo, la notte di Natale, con l’aiuto dei suoi bizzarri e fedeli concittadini. Il viaggio di Jack, il suo sogno, la sua voglia di cambiamento portano sullo schermo un racconto meravigliosamente toccante e spaventoso, buio e colorato, insegnandoci che chiunque può sognare, a modo suo. Nella versione italiana del film a prestare la voce al famosissimo scheletro è Renato Zero (Danny Elfman nella versione cantata dell’originale), capace di creare cantando quelle atmosfere fiabesche che si sposano perfettamente con le immagini di Nightmare Before Christmas, creando un capolavoro in stop-motion in grado di far emozionare adulti e bambini.

Maratona Tim Burton: La sposa cadavere

Scritto e diretto da Tim Burton, questo romanticissimo film dark d’animazione del 2005 è un perfetto incontro tra questo mondo e l’aldilà.
La storia prende spunto da un’antica leggenda ebraica che il regista traspone in epoca Vittoriana. Il giovane e goffo Victor, in procinto di sposarsi con la sua amata Victoria (le voci originali dei due sono i grandissimi Helena Bonham Carter e Johnny Depp) commetterà un fatale errore che lo unirà in matrimonio ad Emily, una sposa defunta proprio il giorno delle sue nozze. Trascinato nel mondo delle tenebre il protagonista verrà travolto dalla follia dei bizzarri abitanti dell’aldilà, cercando in ogni modo di far ritorno nel suo mondo. Le musiche del fidato Danny Elfman, accompagnano egregiamente l’atmosfera insieme macabra e luminosa, ironica e malinconica, con momenti da vero e proprio musical d’animazione. I toni caldi e luminosi dell’aldiquà si mescolano con l’atmosfera macabra e spettrale del mondo dei morti creando un mix di eventi che ben bilanciano luce ed ombra, tristezza e divertimento, follia e realtà, in pieno stile Burton.

Maratona Tim Burton: Frankenweenie

Riproponendo un suo cortometraggio di quasi trennt’anni prima, Tim Burton crea un capolavoro in stop-motion, un film d’animazione tenero e oscuro, sentimentale e grigio. I suoi disegni tornano sulla scena, con personaggi dai grandi occhi scavati in un bianco e nero perfetto. Il protagonista è Victor Frankestein, un bambino appassionato di scienze che trova il suo migliore amico nel suo piccolo cane Sparky. Alla morte dell’animale, Victor s’impegna a riportarlo in vita sfruttando l’energia di un fulmine, consapevole che lo strano cane ricucito debba rimanere nascosto per evitare di seminare il panico nella cittadina. Il segreto di Victor avrà vita breve e pian piano tutti ne verranno a conoscenza, tentando di riproporre l’esperimento del piccolo e geniale protagonista. La città,ormai  invasa da strani mostri, cadrà in quel caos che Victor cercava proprio di evitare, facendo ricadere la colpa sul povero Sparky. Nonostante la storia sia liberamene ispirata al famoso romanzo di Mary Shelly, qui troviamo, inseriti in un contesto ombroso e chiaroscurale, la tenerezza tipica del mondo dell’infanzia, quell’amore incondizionato e fantasia sfrenata che rendono i bambini così distanti dal mondo degli adulti. Tim Burton, con Frankenweenie, riesce a sconfiggere addirittura la morte, riportando in vita Sparky grazie ad un affascinante quanto bizzarro atto d’amore.

Maratona Tim Burton, Cortometraggi: Vincent

Della durata di appena 6 minuti, il cortometraggio in bianco e nero del 1982 è una chicca da non perdere. Prodotto dalla Walt Disney, si parla di un Tim Burton giovanissimo che ancora lavorava per la casa di produzione di Topolino, nella versione originale è narrato dall’attore e doppiatore Vincent Price, eterna ispirazione per l’arte filmica del regista. Il protagonista del corto è un piccolo bambino di nome Vincent Malloy, in cui non si fa fatica a scorgere un Burton altrettanto bambino, che finge di essere lo stesso narratore Vincent Price. Il piccolo Vincent, molto prima del Victor di Frankenweenie, fa esperimenti sul suo cane Abercrombie e, ossessionato dagli scritti di Edgar Allan Poe, si comporta come fosse un artista dall’animo tormentato privato della sua amata, tanto da patirne le stesse sofferenze. Con la tipica ironia di Tim Burton, capace di rimettere in prospettiva anche le più grandi tristezze, Vincent Malloy mostra in cinque minuti tutto il tormento del regista, la sua volontà di rimanere fedele a se stesso e strizza l’occhio quella malinconia grigia che caratterizza tutta la sua produzione cinematografica.

Maratona Tim Burton, Cortometraggi: Hansel e Gretel

Sapevate che nel 1983 il giovane Tim Burton creò un cortometraggio di poco più di 30 minuti liberamente ispirato all’omonima fiaba dei fratelli Grimm? Trasmesso su Disney Channel la notte di Halloween, il corto in live action di Burton non riscosse grande successo, d’altronde la sua idea di animazione è sempre stata molto distante dal mondo Disney. Oggi vi riproponiamo questa bizzarra rivisitazione Burtoniana, che ben si inserisce nella maratona, per le sue ambientazioni del tutto fuori dal mondo, effetti speciali lontani nel tempo e tutta l’eccentricità del regista che scoppia sullo schermo, come i colori della casa di zucchero divorata dai bambini. Con un cast totalmente asiatico che arriva a lottare a colpi di kung fu, probabilmente dovuto alla passione per la cultura giapponese del Burton ventiquattrenne, uno sfondo di disegni coloratissimi, ed una strega con occhiali da sole e un lunghissimo naso, il mediometraggio d’ambientazione giapponese è una chicca che ci svela il mondo totalmente stravagante, dell’allora giovanissimo Tim Burton, che ha stravolto la conosciutissima favola di Hansel e Gretel.

Tim Burton è forse il regista (mettendo da parte l’incubo di Carpenter) più legato alla notte di Halloween, una notte giocosa e da paura come canta il nostro Jack, dove lo spavento diventa risata.