Il genere fantascienza ha un suo pubblico di affezionati che ne seguono l’evoluzione in tutte le sue varianti comprese quelle firmate da registi famosi che hanno reso omaggio a un genere nato popolare.

Oltre ai memorabili Agente Lemmy Caution – Missione Alphaville girato da Godard e Fahrenheit 451 di Truffaut  basti pensare a 2001 : Odissea nella spazio di Kubrick che ha  convertito al genere un’ampia categoria di spettatori prima reticenti a seguire sci-fi…

Prima di questi titoli d’autore restano imperdibili classici come Metropolis (Fritz Lang, 1927), l’antesignano Viaggio nella luna (George Méliès, 1902, film e regista rievocati da Martin Scorsese in Hugo Cabret) e il sovietico Aelita (Jacov Protazanov, 1924) sulla ribellione degli schiavi su Marte con sfondi notevoli per le scenografie tra futurismo e costruttivismo.

Dopo questi indiscussi capolavori altri titoli dal forte impatto spettacolare hanno dato lustro alla science-fiction con l’esordio nel genere di Joseph Losey che in Hallucination (1961) mette in guardia contro il solito scienziato pazzo che alleva in un bunker bambini rapiti per edificare una società di creature superiori, con quello che è diventato nel tempo la sigla di un noto programma televisivo Blob-Fluido mortale (Irvin Yeaworth, 1958), con quel Solaris (Andrej Tarkovskij, 1972) che mostra l’oceano dell’inconscio con i  suoi rimandi dal passato al futuro nella psiche del protagonista, con il noir tra i replicanti ambientato in una Los Angeles del futuro sotto una pioggia incessante Blade runner del quale sono rimaste proverbiali le parole del monologo del replicante Roy dette  prima di morire “ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi “ (Ridley Scott,1982), con la saga sulla lotta eterna tra il Bene e il Male che traveste favole antiche con forme tecnologicamente assai avanzate Guerre stellari (George Lucas,1977) e con l’irriverente ed esilarante Mars Attacks! (Tim Burton,1996) oltre che con altre opere ricche di stupefacenti invenzioni tecniche e visive quali Terminator di Cameron e Matrix delle sorelle Wachowski, tutti film che negli anni ’70 – ’80 hanno dominato la produzione cinematografica  mondiale a svantaggio degli altri generi tradizionali  in virtù delle novità tecnologiche e del fondo umanista da cui sono permeate erede di una lunga tradizione che il genere vanta nel cinema e nella letteratura.

Negli anni 2000  i film di sci-fi  si sono fatti più sofisticati nei temi e più complessi nella struttura come si vede nei tre titoli firmati da Christopher Nolan Interstellar, Inception, Tenet (il primo su un viaggio in un buco nero, il secondo sulla manipolazione dell’inconscio di ognuno e il terzo sull’inversione spazio–temporale nella narrazione),tutte opere che richiedono una complessa lettura decostruzionista.

Più lineare è invece Arrival ( Denis Villeneuve, 2016 )dove l’impresa consiste nel decifrare il linguaggio degli alieni in sosta su una astronave da parte di una studiosa delle lingue mondiali, mentre ricco di implicazioni psicoanalitiche è Ad astra (James Gray, 2019) dove un astronauta si dirige verso Nettuno per nuove scoperte, ma anche per rintracciare il padre non più tornato sulla Terra.

Con l’avvento delle odierne piattaforme la fantascienza può contare su nuovi canali di diffusione che in parte si rifanno ai modelli del passato, ma in parte tentano anche nuove contaminazioni nello stile e nelle tematiche per conquistare il pubblico giovanile dell’epoca digitale.

Ai film dalla tradizionale durata di circa due ore le piattaforme sostituiscono serie in più episodi che dilatano le storie e favoriscono una visione più immersiva da parte dello spettatore sui più diversi dispositivi senza per questo sacrificare la dimensione spettacolare delle opere.
Si tratta di una impresa non facile, ma che finora ha dato alcuni buoni risultati come dimostrano i casi di novità appena uscite negli ultimi anni. Tra queste segnaliamo la serie  Sense 8  girata dalle sorelle Wachowski nel 2015 dove otto persone che non si conoscono e abitano in città diverse scoprono di essere interconnesse e di formare un team minacciato da forze oscure mentre intanto vedono potenziata la loro personalità (in un processo di crescita che evoca il junghiano completamento del Sé individuale).

Merita una visione anche la serie The 1000 dove un gruppo di detenuti in arca spaziale sono inviati sulla Terra per valutare lo stato delle radiazioni causate da una precedente guerra atomica e nel farlo riscoprono anzi scoprono per la prima volta le bellezze della natura del nostro pianeta pur tra le difficoltà dovute all’interruzione del collegamento con la base spaziale.

Segue poi la serie Katla realizzata nel 2021 dal regista islandese Balthasar Kormakur, una storia tra fantascienza, thriller e dramma dove si racconta di un vulcano vicino a un ghiacciaio che restituisce dopo anni i replicanti di persone scomparse anni prima e il tutto sullo sfondo di uno scenario suggestivo e terribile che costituisce il punto di forza della narrazione distesa in più episodi.

Tra il documentario e la docuserie  dall’intento didattico si collocano  la serie del 2011 Black Mirror che in cinque stagioni mostra quali effetti potranno avere nel futuro l’evoluzione dei media e della tecnologia e la serie in sei episodi Mondi alieni del 2020 dove si immagina l’esistenza di altri mondi possibili oltre al nostro in un gioco di ipotesi e di proiezioni scientifiche non del tutto improbabili; per concludere con la serie Lost in Space che rivisita la storia di Robinson Crusoe in chiave familiare e con l’occhio a un pubblico di bambini.

L’attuale fenomeno della fantascienza contaminata con altri generi si spiega con il fatto che oggi  la scienza ha superato la fantasia tanto da rendere forse obsoleto il genere della fantascienza classica come lo conoscemmo ai tempi lontani  di film profondi ma non complicati quali Ultimatum alla terra girato da Robert Wise nel 1951 (celebre la frase “ klaatubarada niktopronunciata dalla donna per fermare il robot distruttore e Il pianeta proibito  girato da  Fred Wilcox nel 1956 (nel film amato da tutti il robottino Robby diligente esecutore degli ordini del padrone e pauroso il mostro elettrico che rappresenta l’inconscio del geloso scienziato verso la figlia), due film questi che ci fecero innamorare del genere assieme ai romanzi di scrittori come Verne, Asimov e Bradbury.

Questo sempre che con un colpo d’ala il genere non torni a recuperare la sua identità specifica grazie a registi che ne assicurino la continuità nella novità formale e sostanziale senza troppi artifici narrativi.